mercoledì 29 dicembre 2010

28 dicembre

Adesso ho capito.
Se ne sono andati tutti. Sono andati via tutti.
Ecco perché mi sento così...sola.
Non siamo mai soli.
Ora ci siamo tu e io.
Sono sparite le guide, sono silenziosi gli angeli. Anche la personalità che ha fatto così tante cose se ne è andata. Siamo rimasti tu e io. Per trovarci.
Ci hanno lasciato la Verità per proseguire.
Ecco questo silenzio cosa è. E' in questo silenzio, in questo vuoto, che dovremo lavorare.
Chi parlerà ora? La Verità. Tu sei la Verità. Tu puoi parlare.

Perché eserciti ancora il ruolo di essere l'ascoltatore?

Perché penso tu abbia da dire qualcosa di più interessante. Per questo voglio ascoltarti.

Tu sei quella parte di me che ha atteso. Tu sei quella parte di me che ha sofferto per la lontananza. Respirami. Io mi muovo dentro di te e tramite te. La mia alba non è poi così lontana.
Quando diventi consapevole di te diventi consapevole di me.
Quella parte di te che è la nuova te può essere consapevole.

Il nostro sarà un matrimonio meraviglioso. E' molto che aspetto, talmente tanto che quasi avevo scordato fosse possibile.

Siamo uniti ormai. Sorgo sempre più visto.
La stanchezza è il lavoro.
Manca la gioia. Ma giunge.
Lascia che accada, non resistere. Non temere nessuna cosa. Nessuna.
Ora nuovi parametri entrano nella tua mente che accoglie possibilità ritenute improbabili.
Lascia che la mente trovi il suo equilibrio.
Sei tutta rifatta. Ti pare di soffrire perché non ci sono più i riferimenti che avevi anche solo due giorni fa. Ma non c'è errore. C'è il nuovo.
Giocaci, vivilo. Scopri i nuovi riferimenti che sono libertà, vita nuova, fluire, attimo presente, nuove capacità.
Io e te sempre più compenetrati. Io e te in ogni più piccolo istante di tempo/spazio viviamo uniti nella nostra ressurrezione.
Parleremo noi - parleremo come Io Sono - Io Sono non è un nome per imporsi, non è un modo divino di chiamarsi e manifestare la potenza.
Io Sono è semplicemente un nome.
E' l'amore che chiama se stesso alla vita. L'amore dice di sé: Io Sono. Così crea se stesso ancora e ancora nel suo essere consapevole.
Io Sono è il nome più silenzioso, più umile e più compassionevole che ci sia mai stato.
Io Sono è una silenziosa affermazione dello stato della creazione.
Per questo tu sei così piena d'amore. Perché senti vuoto, perché vivi il silenzio.
E, per errati concetti inculcati, pensi che questo sia il deserto, l'errore.
Non troverai Io Sono nel tuono, nella potenza dell'uragano.
E' esattamente qui, in questo silenzio, in questo vuoto di tutto che risiede.
Io te lo mostrerò.


Amore. Amore. Io però avverto anche il vuoto dell'amore. Mi pare di non vivere il suono dell'amore.


Tu vuoi vedere la luce divina nelle cose e non la vedi. Ma questa non è amore, sebbene ne sia parte. L'amore non è travolgimento emotivo.
Io non sono travolgimento emotivo ma è indiscutibile che amo.
L'amore siamo noi insieme. Io lo vedo come tu pensi ai tuoi atomi. Io Sono lì. Lì mi sveglio.
In te risiedo. Questo tuo pensiero è indice di amore.
Ore sei nel silenzio, sei nel vuoto dell'unità. Ora ascolta quel silenzio, ascolta quel vuoto. Io parlo da lì.
Io Sono la luce che a lungo hai cercato. E sono qui. Sono insieme a te, dentro di te, sono te e tu sei me, dentro di me.
Io Sono la tua ricerca. La tua ricerca è finita.
Ora, davvero, devi credere a quello che ti dico. Ora devi goderti la festa. Ora devi gioire sapendo che anche se oggi non vedi, vedrai domani perché Io Sono con te.
Sappi che quando dico Io Sono intendo che tu, anziché scrivere, potresti dire di te stessa: Io Sono.
Poiché l'Io Sono al quale mi riferisco siamo noi insieme.
Tu devi dire più spesso Io Sono.
Pronuncialo silenziosamente, come un sussurro della mente e lancialo come un sasso in uno stagno, dentro quel vuoto, dentro quel silenzio.
E' lì che ci incontreremo.

martedì 28 dicembre 2010

Darkness


For when you can dance with the darkness that you have created, that darkness is transformed into an angel.

domenica 12 dicembre 2010

Strade

Troppe bugie sono state date per verità, troppe voci hanno raccontato cose differenti. Nessuno ha cercato la propria verità, nessuno ha mai insegnato a cercarla né ha detto che ciò fosse possibile.
E' vero che l'umanità non ha fatto sforzi chiedendosi dove stesse andando. E' vero che ci sono state molte manipolazioni a livello globale, ma non si può tacere che l'umanità era consenziente. Non molti in ogni cambio di frequenza, sono coloro che attraverso una seria ricerca compiono grandi passi. Questi passi sono il risveglio di molti.
Ma nulla vale la critica tantomeno la svalutazione degli eventi.
La visione dell'interezza del progetto rende più glorioso l'avanzare verso la luce.
Nessuno può disconoscere gli sforzi compiuti, nessuno conosce cosa si cela dietro la recita degli altri.
Meglio sarebbe camminare per la propria strada e non curarsi dei progetti altrui.
A questo si perviene tramite la conoscenza acquisita dall'anima.

domenica 5 dicembre 2010

Verità o finzione

Per secoli, addirittura per millenni, gli esseri umani hanno creduto che nella loro mente esistesse un conflitto tra bene e male. Non è vero. Bene e male sono solo il prodotto di questo conflitto, perché il vero conflitto è tra la verità e la menzogna. O forse potremmo  dire che tutti i conflitti sono il risultato delle menzogne, perché nella verità non c'è conflitto.



Il Quinto Accordo

Don Miguel Ruiz - Don José Ruiz, Ed. Il Punto

sabato 4 dicembre 2010

Riposo

Nella calura il riposo.
E' questo il compito del divino. Dare riposo.

Riposo dalle fatiche, riposo dalle preoccupazioni. Riposo dalle angosce, riposo dai dolori.
Uscita dal dramma.

In questo sta la realizzazione. Nel riposo. Stremati dalle fatiche, superato l'ostacolo dell'incredulità, ci si affaccia nel nuovo orizzonte. Con la testa dentro, e il corpo ancora fuori, si dà un'occhiata e ci si chiede: ma tutto questo è sempre stato qui? Era esattamente qui? Allora perché non l'ho visto?
Domande inutili.

Fuori dalle parti. Per scoprire che non esiste il karma ( e chi glielo dice adesso?),  non esiste dolore, non esiste sceneggiatura. Solo la partecipazione.

Solo la paura. 

venerdì 3 dicembre 2010

La nuova danza

Si è fermato tutto. L'hai notato? Prima c'era una gran corsa, un entusiasmo nell'affrontare, una conoscenza da scoprire.
Ora è tutto fermo. Come l'acqua cheta, annuncia burrasca?
Ma è un calmo sereno. E' un calmo di pace. Ma è dirompente, questo calmo.
E' la sensazione di una nuova cosa. Si possono fare tante cose con questa nuova cosa. E' una cosa che vuole essere tenuta fra la punta delle dita, con grazia, e semplicemente.
E' sbalorditiva, questa nuova cosa. Potrebbe sembrare polvere di fata, talmente è impalpabile quanto potente.

Se ti lasci trasportare, se la segui docilmente, ti conduce a vie magiche, Il bello è che non puoi più fare come prima. Non puoi più affrettarti, perché la mancanza di grazia rende inacessibile la nuova cosa. La fretta, l'agitazione, i movimenti compulsivi, escludono la nuova cosa.
Allora si deve essere assolutamente e beatamente disinteressati a tante situazioni così da poter accompagnare il movimento della nuova cosa.

La nuova cosa è una danza. Esattamente questo. Una danza infinitamente aggraziata, una danza che segue il ritmo della vita, non la vita assordante del mondo. La  vita della danza stessa.

Quale meraviglia entrare nel movimento. E' come vivere senza fare sforzo alcuno. Una sola parola, richiede la danza: Sì.

Una credenza felice

Mi hanno chiesto perché non sostituisco una vecchia credenzina che fa compagnia alla mia scrivania. Stavo per rispondere "perché lei è felice qui".
E mi sono accorta che, inconsapevolmente, comunico con ogni cosa. Non lo sapevo, prima. Prima di rendermene conto. Lo facevo e basta.

Così ho scoperto che, ancora meglio, comunico con le piante. Capisco quello che vogliono dirmi, ci parlo, le consolo. E ho scoperto che molto chiaramente non hanno simpatia per tutte le altre piante che metto vicino. Possono essere aggressive, possono consolarsi, vogliono essere apprezzate.
Roba da matti.

E non solo le piante. Anche le cose. Se curi le cose, le abbellisci, le rendi graziose, loro sono felici.

Hmm. Sono felici perché lo sei tu o sono proprio felici loro? Questo non lo so. Però comunicano.  Così mi sono accorta che le cose soffrono se non ce ne prendiamo cura. E le cose parlano di noi, non solo con noi. 

Insomma, mi sto chiedendo dove sto andando a parare. Però è strano. Non mi stupisco affatto quando mi capitano certe cose. Che sia il riaffiorare di una conoscenza antica?

lunedì 29 novembre 2010

Dèi

Ci stiamo reinventando tutto. Ci stiamo reinventando un pianeta nuovo, diverso. Lo stiamo vedendo con gli occhi dell'immaginazione e lei si trasforma.
Ci stiamo reinventando il modo di fare religione, o quella che viene definita tale.
Ci stiamo reinventando nuovi orizzonti, e li vediamo reali.
Ci stiamo reinventando integrità e verità. E integrità e verità appaiono.
Stiamo distruggendo tutta quella roba vecchia che proprio non sopportiamo più.
Stiamo ri-creando. Con condizioni nuove, presupposti differenti perché partono da certezze consolidate nella nostra interiorità. Ri-creiamo una nuova civiltà, una nuova era, un nuovo metro di vita, che non è più sopravvivenza, è vita.
Stiamo reinventando tutte le cose per una vita migliore, più semplice, scevra di tutti quei giochi di potere che strangolano, per una equanimità mai vista prima al mondo.
Reinventiamo tutto, cambiamo i giochi e le regole perché ora le regole le stabiliamo noi.
E mentre reinventiamo, cambiamo la creazione, ci prendiamo gusto e cambiamo sempre di più.
Là in fondo si intravede l'orizzonte di quello che sarà la nostra creazione. Non passerà molto tempo, perché abbiamo acquisito dimestichezza a creare e perdiamo sempre di più la paura a farlo.
L'aria nei capelli che sentiamo mentre corriamo dà ebbrezza e questo ci incita ad andare più veloci.
Di fondo proviamo un certo entusiasmo nell'essere stati in grado di evitare il grande cataclisma e nell'aver trovato la maniglia per il nuovo mondo. 
Che forse siamo davvero Dei? Che forse siamo davvero tutto l'Universo e ogni altra cosa che esiste? Che forse la realtà della creazione comincia da qui?
Forse è tutto il contrario. Forse ci hanno affossato per millenni dicendoci che siamo un puntino talmente piccolo e insignificante che dio ha bisogno di intermediari per sentirci. Forse ci hanno affossato dicendoci che eravamo peccatori e dovevamo morire nei peccati e i nostri figli dei nostri figli idem, che il karma era negativo.
Forse,  Perché il karma non esiste. Perché se come Uno ci ergiamo nella consapevolezza e siamo il Dio che siamo, ragazzi, chi ci tiene più? Possiamo farcela, possiamo fare questo e altro ancora. Possiamo ri-cambiare la creazione come e quando ci pare, possiamo far diventare la Terra talmente luminosa che qualunque galassia scomparirà al confronto.

venerdì 26 novembre 2010

Potrebbe volerci un eroe

Colui che forse considerate il vostro peggior nemico, è anche lui un Mio agente. Pertanto, non ci sono nemici. Ci sono soltanto rappresentanti di Me, e Io non sono nemico di nessuno.

Il fatto che qualcuno vi pesti i piedi, non ne fa un nemico.

Il fatto che qualcuno non vi tenga in considerazione, non ne fa un nemico.

Nessuno è un nemico, qualunque cosa pensi, qualunque cosa pensiate voi, qualunque cosa dica il mondo.

........


 E che cosa perdete voi e che cosa guadagnate, quando siete una signora o un gentiluomo? Non è disonesto evitare o porre fine ad una guerra. Non è indebolente. È fortificante. Significa elevarsi al di sopra della situazione. Significa sciogliere la situazione.

Chiunque può accendere un fuoco. Tutto quello che ci vuole è un fiammifero. Potrebbe volerci un eroe per spegnere il fuoco.



www.heavenletters.org

giovedì 25 novembre 2010

Esplosione

Quando c'è l'esplosione della comprensione. E' diventato difficile stare dietro a tutta la valanga di informazioni che arrivano. Però penso: hmm, queste informazioni resettano in qualche modo? Diventano la nuova realtà, la passerella sulla quale camminare per affrontare il nuovo mare? O restano solo informazioni? Diventano cioè parte dell'essere?
Ma non diciamo stupidate, l'essere in quanto tale non ha proprio bisogno di diventare alcunché.
Allora dove finiscono?
Non finiscono da nessuna parte, ecco la novità. Sono comprensioni per modo di dire. Non arriva nulla di nuovo, solo che traspare sempre di più la saggezza antica, i ricordi racchiusi negli atomi che ci compongono. 

Il coraggio di non cercare vestiti nuovi per le cose vecchie. Il coraggio di lasciar andare, frantumare il vecchio sapendo che non verrà sostituito con nulla, semplicemente se ne andrà, si volatizzerà con un pacco quantico e non sarà più parte di nessun personaggio futuro. Futuro? Quale sciocchezza. Il futuro è qui, i prossimi personaggi sono già qui, già registrati, come se fossero già vissuti.
Nel momento presente all'interno del corpo che si veste, esistono tutte le varianti di tutto il tempo creato. Pare follia ma è verità. Tutte le varianti di tutti i personaggi di tutto il tempo creato, anche i personaggi che sono su linee che non verranno scelte, ma ci sono anch'essi.
Ecco cos'è l'Adesso. E' tutto ciò che esiste, poiché tutti gli scenari li contengo. 
Ma l'Adesso non è un tempo e la linearità non esiste. Da questi due fraintendimenti nasce tutta l'illusione e il velo che ci oscura  a noi stessi.

martedì 23 novembre 2010

Nelson Mandela

"La nostra paura più profonda, non è quella d'essere inadeguati.
La nostra paura più profonda è d'esser potenti oltre misura.
E' la nostra luce, non le tenebre che più di tutto ci spaventa.
Chiediamo a noi stessi "Chi sono io per essere brillante, formidabile, pieno di talento e risorse?"
Ma di fatto chi siamo noi per non esserlo?
Siamo figli e figlie di Dio.
Il nostro giocare "al ribasso" non serve al mondo.
Non c'è niente d'illuminato nel ridurre noi stessi per far sì che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non è che sia solo in alcuni di noi è in ognuno di noi.
Quando permettiamo alla nostra Luce propria di risplendere inconsciamente, accordiamo il permesso ad altre persone di fare lo stesso.
Nel liberarci dalle paure, la nostra presenza,
automaticamente, libera gli altri."

NELSON MANDELA 1994

domenica 21 novembre 2010

giovedì 18 novembre 2010

lunedì 15 novembre 2010

domenica 14 novembre 2010

Ombre

Questo è il nostro problema. Vediamo ombre, solamente ombre.
Non vediamo l'oggetto che le proietta. Vediamo solo le ombre.

venerdì 5 novembre 2010

Spazio vuoto

Tutto si svolge nello spazio vuoto. Tutta la scena, tutte le occasioni. Tutta la vita è racchiusa nell'infinito spazio spazio vuoto che circola in un atomo. Perché lì si racchiude il campo di informazione. Quella energia è quella che determina. Ogni cosa.
Ogni volta che si vive un evento le emozioni che creiamo sono forti. Un evento può essere vissuto con grande dolore, come sabotaggio nei nostri confronti, con delusione, con rabbia e rancore. L'energia che viene prodotta da queste intense emozioni, poiché il vissuto viene considerato reale, ha una potenza spaventosa. Le cellule se ne riempiono. L'energia è prorompente, coinvolge tutto l'essere di quel momento. E così si crea una memoria cellulare, organizzata in quello spazio vuoto.
Il perdono, da questo punto di vista, ha ben poco a che fare per risolvere la situazione.
Quando le emozioni intense vengono vissute come reali, vengono memorizzate, è come un ordine preciso. Provo questa emozione, ne sono certo, questa è l'emozione che contraddistingue questo evento.
Le emozioni poi si presentano nuovamente, e si ripresentano, in un cerchio infinito, attraverso altri eventi che le scatenano, fino a quando uno si dice: come faccio a uscirne? Perché nonostante la mia volontà non riesco a venirne fuori?
Per modificare il sentire, per ottenere la liberazione da questa sequenza ininterrotta, basta dare un altro ordine alle cellule.
Semplicemente ci si collega con il proprio campo energetico, l'enorme massa energetica che conteniamo, la parte più importante e imponente di noi, e si dà un ordine inverso. Si trascina nel cestino quello che è in archivio come memoria, impressa nell'energia degli atomi, e si sostituisce. Si dà un nuovo ordine. 
In questo si riconosce che l'essere umano contiene tutto l'Universo.

lunedì 18 ottobre 2010

HEAVEN #3596 Che cosa vuoi essere più di qualunque altra cosa nel mondo?

Se aveste dieci porte tra cui scegliere, quali vorreste che fossero i loro nomi? Non le vorreste bianche. Non volete indovinare. Volete essere in grado di scegliere, quindi date un nome alle porte di voi stessi e apritele a quello che volete trovare. State aprendo voi stessi a voi stessi. Siete uno scrigno del tesoro, e dovete riempirvi di quello che desiderate essere. Non è necessario che lo lasciate al caso.

Forse avete lasciato al caso le vostre qualità prescelte. Forse siete stati fortunati o sfortunati. Ora vi dico di scegliere. Come volete essere conosciuti? Che cosa volete trasmettere al mondo? Che cosa volete essere più di ogni altra cosa nel mondo? Siatelo.

Traduzione di: paula

lunedì 11 ottobre 2010

Dormire

Ho sognato. Ho sognato che stavo dormendo e il mio sogno era tremendo.
Ho sognato di mostri e paure, di sciagure e disastri.
Ho sognato di affogare, di affondare, nel mare delle disgrazie.
Ho sognato che sognavo valli verdeggianti e posti celestiali.
Ho sognato di dormire e di svegliarmi. Ma era solo un sogno.
Ho sognato che mi difendevo e che restavo sconfitta.
Ho sognato di sognare vittorie e medaglie meritate.
Ho sognato di sognare incubi e di cercare posti sicuri.
Ho sognato di amare e odiare.
Ho sognato tradimenti e ferite, ho sognato di nemici che volevano affossarmi.
Ho sognato di protezioni da cercare, caverne in cui scavare.
Ho sognato di gioielli luminescenti per potermi abbellire.
Ho sognato di fallire e di non essere in grado.
Ho sognato di sognare che dormivo e che molto ancora occorreva al mio risveglio.
Ho sognato di cercare qualcosa di me che mi facesse ricordare chi fossi.
Ho sognato di dormire e sognavo di vedere i drammi funesti della vita.
Ho sognato che lo schermo sul quale ho fissato la mia attenzione fosse il mio.
Ho sognato che dormivo e non riuscivo più a svegliarmi.
Ho sognato che cercavo mezzi, strumenti per fare un sogno migliore.
Ho sognato questo.
Ho sognato che mi ammalavo nella ricerca di un sogno più bello da sognare. 
Volevo, mentre sognavo di dormire, che il mio sogno fosse diverso da come era. Volevo fare un sogno dove ero gioiosa e in piena pace.
Nel sogno cercavo il nuovo sogno con affanno e tutto ciò che non era il mio secondo sogno, quello felice, mi parlava di sconfitta.
E sognavo di essere stata sconfitta nella ricerca del mio sogno felice.
Me l'ero sognato così bene, il mio sogno felice.
Nel mio sognare, sognavo che il mio sogno felice fosse ricco di particolari felici.
Ho sognato che mi disperavo per la ricerca del mio sogno felice.
Ho sognato che il mio sogno felice non giungeva mai.
Ho sognato che dovevo fare alcune specifiche cose affinché il mio sogno felice si manifestasse nel sogno mentre dormivo.
Ho anche sognato che mentre dormivo mi risvegliavo e mi chiedevo, nel sogno, come fosse possibile che mi fossi svegliata e non ci fosse davanti a me il mio sogno felice.
Ho sognato che sognavo che dormivo.
Nel sogno mi facevo delle ferite e il mio cuore sanguinava e la mia mente si disperava per le ferite del cuore.

La mente non si dispera per alcuna cosa, se non in sogno.
Il cuore non può avere ferite, se non quando la mente sogna che le abbia.

martedì 28 settembre 2010

Per quelli che...



Per chi ancora non lo sa, confermo in questa sede che non ho più tempo per minchiate e giochi a nascondino. Pare poco spirituale? Cosa è spirituale? Sorpresa: non esiste. E' soltanto un termine coniato per sentirsi meglio, o migliori nella peggiore delle ipotesi.
L'Universo siamo noi, lo sapevi? Cosa può esserci di "meno spirituale" di questo? Se non c'è un meno decade il tuo punto di appoggio.
Lascio nelle mani degli esperti del settore il trastullamento con questo tipo di giocattoli. 
Te la prendi? Pensi sia la solita me che parla? Quella che vedi sempre riflessa dentro la tua mente?
Chissenefrega. Ho altro da fare, cose più divertenti.
Hai tutte le mie benedizioni.

giovedì 23 settembre 2010

Apice

Cosa c'è ora qui? Cosa sussurra, incomprensibile scuotendo forte la mia essenza? Sbatte e sbatte ancora la mia anima, strano, la ragione non interviene, resta immobile, forse anche lei spaurita da tanta forza. Se ne sta alla larga come a dire: questo non è lavoro mio. Insolito per lei.
Mi sommerge, la valanga, e non posso nemmeno ripararmi, perché non c'è riparo. Pare dica vedi, non sto distruggendo, non sto affossando, sto scuotendo per eliminare la polvere rimasta. Tutto il resto è rimasto lì dov'era, solo che il gran polverone lo nasconde alla vista.
Ma dimmi, forza che non affossa, dove si poserà tutta questa polvere? Voglio sperare che tu abbia un piano al riguardo.
Nessun piano, no, tanto non servirebbe. La polvere non si poserà, si volatizzerà caso mai, e, per quanto paia strano, non andrà in nessun altro posto. Perché vedi, quando c'è l'intento a fare tutto il possibile perché ogni cosa sia luccicante e pulita, mio è il compito di renderla tale. Sbaglio o hai chiesto che venisse eseguito?
Hmm, sì, in effetti... più che chiederlo ho pronunciato le fatidiche parole: "Sono pronta". Pare che al solo pronunciarle si scateni l'incredibile. E dimmi quanto tempo pensi ci voglia prima che si volatilizzi?
Oh, non ti preoccupare. Quando il polverone raggiunge simili livelli come questo di oggi ormai la cosa è fatta. E' l'apice che determina la fine. Ti pare l'apice quello di oggi?
Direi proprio di sì, che caspita.
Direi proprio di sì anch'io.

lunedì 20 settembre 2010

Gioco di specchi

Dio si specchia in noi. Noi ci specchiamo negli altri e in dio. E' tutto un gioco di specchi. Dio per conoscersi ha creato suo Figlio, speculare, ma ancora vedeva solo se stesso e quindi era al punto di partenza. Hmm, devo creare un rovescio di me, in modo che si rifletta nel Figlio e in fondo a questo caleidoscopio saprò riconoscermi, ha pensato. Deve essere accaduto qualcosa del genere.
Tanto che noi non sappiamo chi siamo. Il caleidoscopio ha confuso le idee, che invece sono semplicissime.
Tu sei il contrario di ciò che pensi di essere.
Come sapere chi siamo? Guardando l'immagine speculare di noi. Dobbiamo rifletterci per conoscerci.
Partendo dal presupposto che in quanto esseri singoli siamo solo un'immagine della nostra mente, che la molteplicità è l'illusione.
Possiamo dunque rifletterci nel Figlio, che siamo noi.
Certo, questo presuppone un'apertura conseguita sul fatto che non esistiamo in quanto esseri separati.
Ma quando si ha davanti una persona e ci sentiamo attaccati, in realtà stiamo attaccando noi stessi. Basta guardarla e riflettere sul fatto che essa è il dio in noi, che noi e lei siamo l'unità. E l'azione di attacco cessa poiché vengono a mancare i presupposti. cioè l'illusione, perché si protragga. E' solo un gioco di specchi.

domenica 19 settembre 2010

Di oggi

Ok, mi sa che mi tocca. Non posso più fingere, non posso più rimandare. Non posso più fare finta che succederà. Non posso più fare finta che ci sia ancora strada da percorrere e crederci. Ho lasciato che la mente gestisse la faccenda in autonomia, l'ho delegata dei risultati e delle possibilità facendo finta che fosse necessario e che la strada si sarebbe srotolata dinnanzi. Non si può più darsi del tempo. Certe cose non avvengono nel tempo. Questo spostare nel tempo la dimensione di sé è un modo per sfuggire al momento. L'energia del "qui" non appartiene al tempo, è un punto energetico.
Non puoi più cercare scusanti per dire che non ce la fai ancora, poiché "ancora" è un tempo. Non puoi svegliarti al mattino e dire che bella giornata, domani mi sveglierò un po' di più, perché lo svegliarsi non rientra nel tempo. Non puoi più dire che sei addormentata perché ti spaventa il nulla. Poiché è nel nulla che andrai e non sai cosa potrà accadere. Il nulla è vuoto, ma solo perché non ha futuro.
Adesso è sempre un buon momento.
Non c'è creazione dove andrai. C'è solo movimento e danza e a nulla serviranno i vecchi bauli. Puoi lasciarli lì dove si trovano, non devi cercare una collocazione. Anche questa è una scusa per continuare a rimandare. Anche questo è mentale.
Mai come in questo momento la mente sente il bisogno di staccarsi dalle vecchie consuetudini, ne ha bisogno poiché il nuovo sarà il suo respiro.
E senza causa-effetto le cose accadranno spontaneamente, amorevolmente, turbinosamente.

sabato 18 settembre 2010

Codici

Da un conseguimento a quello successivo c'è tutto un apprendimento.
Apprendimento significa decodificazione. In realtà nulla è da conseguire molte volte è stato detto che è già tutto qui, disponibile.
La Verità è tutto ciò che E', dunque la Verità è l'unica cosa.
Cosa impedisce di vederla? I codici inseriti.
Già detto che provengono da una programmazione antica.
Per questo spesso non è sufficiente la volontà a vedere. Anche se la volontà, cioè l'intento, è il propulsore che fa giungere lì, alla decodificazione.
Spesso gli esercizi preposti e consigliati a questo scopo in realtà non fanno che peggiorare la situazione. In questo caso i codici restano ben radicati e non vi sono esiti. Sono solo rivestiti da abiti nuovi, cioè i pensieri di aver lavorato per decodificare.
Infatti se la Verità è tutto ciò che E', tutto ciò che non è Verità non è, dunque se non si vede la Verità è inutile oltreché dannoso illudersi di essere avanzati verso di essa.
Se non si vede, si ristagna nella non-verità.
I codici sono realmente tali. Vivono nei campi sottili manifestandosi con radicamento nel cervello fisico. Un conseguimento, un'illuminazione, è il frutto dell'eliminazione di codici, il che rende la visione più chiara.
Poco conta sapere dove essi risiedono e l'origine, perché il sapere può rendere più arduo abbandonarli. Interviene la mente e si corre il rischio di mentalizzare le nozioni. In tal caso restano nel vizioso circuito mentale, che ne impedisce il rilascio, poiché la mente tende sempre a trattenere.
In ciò l'ego trova appagamento.
Il suo spessore è dato da quanto riesce a utilizzare la mente, poiché quello solo è il suo regno, costruito con pensieri contorti che creano un labirinto.
La tecnica corretta per la decodificazione passa: attraverso un'analisi accurata di buon osservatore e ascoltatore. Sapere che tutto l'Universo sta parlando è la posizione più proficua.
Non aver paura di trovare "peccati" dentro di sé. Le azioni sono sempre rivolte ad affermare la propria innocenza, come se ci fosse sempre un accusatore pronto a incolpare.
Da questo comportamento scaturiscono molti problemi che affliggono l'umanità.
Ne consegue accettazione serena e successivo assorbimento.
Assorbire significa cessare la lotta con se stessi. E' un atto che conduce all'amore di sé.
Questa tecnica non è in realtà una vera tecnica, poiché si sviluppa con la vita stessa e il suo procedere.
Il ragionamento è veramente l'unica cosa da evitare.
In conclusione, e vale per ogni altra cosa, fidarsi.
Affidarsi e fidarsi sono sempre la base per una buona riuscita.
Fidarsi significa fidarsi di se stessi. Con questa certezza ogni cosa è conquistata.
Dio si fida di voi. Lo dimostra il regalo del libero arbitrio.
Quindi siete degni di fiducia. se Dio si fida di voi perché voi non dovreste fidarvi di voi stessi?
Datevi fiducia. Ne siete degni.
E con questa certezza ogni passo risulterà più leggero.

Scegli di nuovo

Tu sei come Dio ti ha creato, e così ogni cosa vivente che vedi, indipendentemente dall'immagine che vedi. Ciò che vedi come malattia, dolore, debolezza, sofferenza e perdita, non è che la tentazione di percepirti indifeso e all'inferno. Non credere a ciò e vedrai ogni dolore, in ogni forma, ovunque accada, svanire semplicemente come foschia al sole. E' venuto un miracolo a guarire il Figlio di Dio e a chiudere la porta sui suoi sogni di debolezza, aprendo la via alla sua salvezza e alla sua liberazione. Scegli di nuovo cosa vuoi che sia, ricordando che ogni scelta che fai stabilisce la tua identità come la vedrai e crederai che sia.
Non negarmi il piccolo dono che chiedo, quando in cambio io depongo ai tuoi piedi la pace di Dio e il potere di portare questa pace a tutti coloro che vagano nel mondo incerti, soli e in costante paura. Perché ti è dato di unirti a lui e, tramite il Cristo in te, togliere il velo dai suoi occhi e permettergli di vedere in sé il Cristo.

mercoledì 15 settembre 2010

Per un'amica 2

A volte posso anche dire che va bene così. E se lo dico, lo dico a ragion veduta. Ma sai anche che per quanto io sia ciò che sono, non posso intervenire, non come pensi tu, almeno.
Va bene così, ma se non accade perché pensi che sia io ad aver sbagliato?
Se non accade vuol dire che tu non stai facendo la cosa giusta in quella direzione.
Se non accade vuol dire che non stai sentendo le cose nella maniera corretta affinché accadano.
Quante cose ho fatto sbagliate io? Nesuna. Eppure guardati intorno. Quante cose mie sono state stravolte nel loro senso? Sono forse io il responsabile di questa distorsione?

Certo, è logico quello che dici. Il problema allora si allarga un po': come si può capire quale è la cosa giusta da fare o da sentire? Mi rendo conto che se tu dicessi cosa fare cesserebbe lo scopo dell'essere qui. Ma deve pur esserci un modo per non protrarre le vicende per anni. Sono lenta nell'apprendere, pazienza.

Non è lentezza. Sono messaggi incisi. E' come se non ti si palesasse l'evento da comprendere o come se tu non vedessi ciò che sta lì di fronte da sempre. Per capire, lo sai, devi avere tu la tua risposta.
Non fa differenza per me.
Io sono al di fuori sebbene dentro ogni cosa.

Dunque non si possono volere delle cose? Desiderare manifestazioni? Continuo a essere confusa.

Entri in un circolo vizioso. Ti ritorci contro i tuoi stessi pensieri.
Libera il campo mentale. Vuotalo. E chiedi profondamente a te stessa.

Ma allora che valore hanno le tue risposte? Se dici sì e poi non si manifesta e cerco, cerco, cerco ogni volta nuove risposte.

Per ottenere ciò che tu vai cercando l'azione deve essere eseguita in modo perfetto. Nulla che sia meno di perfetto può portare risultati. Perfetto significa con il giusto intento e l'azione che ne consegue. Perfetto non è secondo il mio modo di vedere, ma in accordo con le leggi dell'Universo.

Allora qui entra in campo la conoscenza perché pare che le leggi siano parecchie. Pare che i messaggi incisi siano parecchi. Pare che si debba studiare delle cose per riuscire ad applicarle.
Mi sembrava di aver capito che questo non fosse necessario. O no?

Vuoi me? Eccomi. Vuoi cose? Devi utilizzare il modo per realizzarle.
I miei progetti per te sono chiari. Io non ho nessuna confusione al riguardo. So cosa fare al meglio di te. So come fare esperienza al meglio con te.
Vuoi cose diverse?

Ma tu dove vuoi portarmi? Perché io non sto andando da nessuna parte. Non ero io che dovevo giocare?

Quell'io al quale ti riferisci non sono Io.

Sono anni luce da dove vorrei essere, allora. Sono più che anni luce lontana. Seppure lievemente credevo di averti toccato, anche se attraverso un velo.

Quel velo è ciò che mi tiene lontano alla tua vista. Quel velo sono gli anni luce di cui parli. un velo persistente, parrebbe. Ma è solo un velo.
Togliere il velo è la fine del ruolo. E l'inizio di un altro, sebbene più vasto.
Certo che si può togliere il velo. E' il salto che senti di dover fare, è la liberazione che senti che ti attende.


Per un'amica 1

Tutto ha un disegno più grande. Nel senso che - non lo vedi, non capisci ma... ci credi? ci speri?
Io sono Te che sto qui a creare per manifestarti. Rivoluzionario. Però ti svilisce anche un po'. O forse svilisce solo l'idea stantia che avevamo di Te. E quindi svilisce l'illusione che, in quanto tale, non può essere svilita perché non esiste.
Co-creatori in che senso? C'è di certo un motivo per il quale Io (cioè noi) non mi riconosco come dio. La mente? Vecchia programmazione? Credere che l'irreale sia reale?
E dove esiste tutto questo. E'questo il gioco, o no? Vedere questo per riconoscersi.
Poi subentra tutto il percorso da fare a ritroso. Faticosissimo. E intanto giungono messaggi: divertitevi! giocate! create!
Non ti sembra un controsenso? A un certo punto uno dice: ok, ok, ci credo, wow!, fantastico, per un attimo ho temuto fosse tutto vero ciò che non lo è! Bene, da domani vita nuova. Si crea, si gioca.
Invece no, perché non funziona. Allora bisogna crederci di più. Non funziona. Allora bisogna gioire di più. Non funziona. Allora devo purificarmi di più. No. Meditare di più? No. Creare, creare, creare fino a quando non ci riesco? No.
Capisci, è un po' contorto.
Consapevolezza. Diciamocelo chiaramente, non significa niente. Quando sei consapevole lo sei. Finché non lo sei non sai nemmeno di cosa si sta parlando.
Lasciare gli sforzi. Fluire. E' come dipingere un quadro astratto: non si capisce niente.
Allora: ricapitoliamo.
Anche a un bimbo che vuole imparare a camminare lo si prende per mano e lo si fa camminare. Non gli si fa leggere libri che spiegano come camminare per poi dirgli: tanto questi non ti serviranno.
Oh, no! Ti sento dire che sto di nuovo facendo i capricci! L'assenza di esiti mi insegna come ottenerli? Mi insegna che così non li ottendo.
Concludiamo.

C'è una cosa da "fare", in effetti, che finora non hai "fatto".
Io, per quanto possa apparirti incomprensibile, mi stimo molto. E certo, sono dio! Io mi amo molto. Io amo molto tutto quanto.
La creazione è il mio amore, Io Sono il mio amore e Io mi apprezzo, mi innalzo nel mio amore. Fermo, immobile, gioisco dell'amore che Sono.
(e lascia perdere le maiuscole). Questa è la cosa che non hai mai fatto. Mi brami, mi cerchi, mi scrivi, ci scriviamo. Ma non mi ami. Oh!, non è nulla di grave. Tu ti rifiuti di amarmi.
Tu ancora mi accusi perché ti ho lasciata sola. Tu non mi stimi. Vedo che ti è chiaro il concetto. Tu non mi conosci. Mi temi ancora? Forse è così. Perché hai paura di te stessa.
Io ti sento, come non potrei? Scalda il tuo cuore, così che il calore faccia sciogliere il lucchetto con il quale l'hai chiuso. Non ti serve proteggerti. Forse una volta. ora non più. Ora devi cambiare aria dentro la stanza del tuo cuore perché è la stagione della maturazione.
Questo io ti dico. Il resto viene dopo.

Sì, lo so. Ma non so da che parte cominciare. Vorrei che fosse veloce, come sempre. Sai, ho bisogno del tuo aiuto per questo.

Fai una piccola cosa per me e io verrò.

Una cosa per me? Ma non siamo la stessa cosa?

Non la stessa cosa, non cose diverse.

Riflessione

L'inflazione si abbassa. i tassi vengono ritoccati, la UE regge, buona la situazione bancaria italiana,il pil sale di mezzo punto, il buco dell'ozono si sta riducendo considerevolmente, le emissioni di CO2 sono drasticamente diminuite, i parametri stabiliti nel 1997 per ridurre l'inquinamento entro il 2020 sono già stati raggiunti, la fame del mondo è diminuita del 37%, la scolarizzazione è aumentata, un grande inglese Tristram Stuart, ecologista, sta insegnando al mondo intero come riutilizzare lo spreco di cibo dei supermercati, si è trovato il gene che provoca la Sla, dal cancro si guarisce, è stata costruita la prima centrale energetica a idrogeno, partono le auto elettriche.
Estinzione di specie animali? C'è sempre stata e nuove arrivano. Abbassamento e innalzamento dei ghiacci? C'è sempre stato, ciclicamente.
Tutto bene. Le notizie placcate d'oro ci sono. La meraviglia del mondo prosegue.
Dunque, dov'è questo disastro del mondo?
Il disastro è quello provocato dai pochi potenti che governano il mondo intero e decidono come muoversi e muoverci per ottenere i loro profitti? Non ha importanza, basta non dargliene.
La meraviglia del mondo prosegue, nonostante qualcuno si stia dando tanto da fare per farci credere che no.

lunedì 13 settembre 2010


Insomma, cari Shaumbra, dove vi siete nascosti?

Scoperta

Tutti, proprio tutti i problemi del mondo, nel senso di razza umana, hanno una medesima radice: l'odio di se stessi. Ognuno di noi, alla fine della sua pattumiera, odia se stesso. Accetto e amo me stesso come sono è irraggiungibile. Possono esserci vari motivi scatenanti, non sono arrivata fin lì perché anche non me ne importa molto, ma credo che risalga all'atto della creazione primordiale e all'individualizzazione delle parti di dio rese manifeste. Non so.
Comunque questo odio per se stessi è quello che impedisce tutto il processo di una vita gioiosa. Che poi c'è un'altra riflessione da fare: essendo tutti Uno e nessuno parte a se stante, significa che odiamo l'Uno che noi siamo, poiché nello spirito si riflette quello che viene vissuto dalla falsa individualizzazione. E' grottesco. O forse odiamo noi stessi perché la separazione cioè frammentazione dell'Uno è stata dolorosa e qualcosa ci spinge a credere di esserne i fautori determinanti.
Ma qui si apre un'altra finestra. Poiché nello spirito si riflette quello che viene vissuto dalla falsa individualizzazione, e ciò per il senso di esperire anche se lo spirito rimane immobile nello stato di Essere, ne consegue che non si può ricongiungersi con il proprio spirito finché non si SENTE di essere illuminati.
Scoperta drammaticamente illuminante.
Lo spirito permane nello stato di Essere, che in quanto tale è immutabile, senza alcuna mancanza, perfetto; ma è solo l'esperienza dell'illuminazione (qui così definita per chiarezza) a livello di incarnazione umana che può rendere lo spirito consapevolmente illuminato. Lo spirito è illuminato di per sé, ma non consapevole di esserlo. Infatti, nella sua totale perfezione, per sapere di essere illuminato dovrebbe fare la conoscenza dell'opposto dell'illuminazione.
Quindi, signori, ecco quale potrebbe essere lo scopo della nostra vita: rendere lo spirito meravigliosamente consapevole della propria perfezione.
Ecco perché la mancanza di giudizio, ecco perché la mancanza di peccato. Crolla la teoria del castigo e ricerca di qualunque obiettivo.
Questo riporta al punto a), odio di se stessi. In alcune filosofie esoteriche viene indicato, come punto finale che ostacola l'accesso all'illuminazione, il Guardiano della Soglia.
Ma chi, deducendo da quanto sopra, può essere il Guardiano della Soglia? Siamo noi stessi, il nostro personale Guardiano della Soglia, nulla di esterno. Odiare se stessi è la cosa più paurosa dell'intero creato. Odiare se stessi scatena una cascata di eventi derivanti. L'odio per noi stessi è il nostro Guardiano della Soglia.
Combatterlo? Nemmeno per idea. Ignorarlo? Non è il caso, bisogna passare quella porta. Accettarlo? Creerebbe comunque lotta, poiché l'accettazione è un movimento mentale e dunque senza effetti.
Integrarlo. Assorbirlo, diventare lui, farlo diventare noi, poiché lui è quella mirabile parte di noi che non ci farà passare finché non ameremo noi stessi. Può far paura finché non capiamo che è lì solo per proteggerci da disastrose decisioni prese con la violenza.
Per passare quella porta dobbiamo aver smesso di odiare noi stessi nella più alta comprensione della creazione.

mercoledì 8 settembre 2010

Passato sempre presente

Perché ci troviamo ad affrontare sempre le stesse situazioni? E perché non riusciamo a liberarcene nonostante i nostri sforzi siano diretti esclusivamente a quello scopo?
Ci sono cose che ci hanno lasciato, sparite, non ritorneranno. Perché anche queste non entrano nella voragine del passato e si perdono nell'immensità di un qualche posto qualsiasi?
Sentiamo, leggiamo, ci garantiscono che il tempo non esiste. Forse esiste, solo in un certo senso e non è questo quello di cui voglio parlare. In un altro senso è vero, il tempo non esiste, ed è di questo che voglio parlare.
La linearità del tempo che abbiamo creato è assolutamente inesistente. Non c'è un passato-presente-futuro. Pare difficile da credere ma è proprio così.
Ciò che ci sembra aver vissuto nel passato in realtà è successo adesso, è di fianco a noi. E' qui. Solo su altre linee dimensionali. Cambiando linea possono cambiare le condizioni, poiché la via nuova presenta cose differenti.
Resto con la parola "cosa" che è generica e ognuno le dà il significato che vuole, esperienza, scelta, insegnamento e via.
Ma può capitare, come risulta evidente, che alcune cose della vecchia linea ci seguono.
Se il discorso può apparire complesso si può semplificare ulteriormente.
Ciò che è passato non dovrebbe esistere. Se la linearità del tempo fosse corretta ogni evento del passato non potrebbe, assollutamente no, avere ripercussioni ancora nell'oggi. Impossibile.
Il fatto stesso che alcuni eventi siano ancora con noi con tutte le loro conseguenze, significa che non sono nel passato, ma nel presente.
Pensiamo di aver chiuso con una determinata faccenda, tiriamo un sospiro di sollievo, ed ecco che tempo dopo si ripresenta: ma come, non avevamo decisamente chiuso con tutto ciò? Evidentemente no.
Sto andando a ruota libera e non so più dove sono.
Quindi, se un evento, sebbene la memoria lo dati nel passato, ripresenta ancora nel nostro oggi le sue ramificazioni significa che è nel presente. Significa che è ancora qui, oggi, e con la sua presenza ci dice: allora, la risolviamo sì o no questa situazione?
Poiché il passato non esiste e tutto è nel presente, dobbiamo decidere (scegliere) come risolvere quella situazione perché è chiaro che i metodi adottati fino a questo momento non erano validi.
In realtà non sono gli eventi a torturarci e inseguirci. Siamo noi che non abbiamo fatto la cosa corretta per terminare ciò che andava terminato.
Compiendo la giusta azione ( che può significare molte cose, a livello emotivo, di memoria, di cuore, dipende dal caso), la situazione cesserà di seguirci sulle altre linee della vita che sceglieremo di percorrere.


Pacchi Quantici

Una mia amica, parlando di una sua esperienza personale, ha risvegliato alla mia memoria un messaggio molto bello che ho ricevuto diverso tempo fa.
E' la tecnica dei Pacchi Quantici.
Queste tecniche sono semplici, paiono quasi un gioco, ma a farle davvero si scoprono effetti desiderabili.
Questa tecnica ha lo scopo di chiudere con le vicende dolorose del passato.
Innanzi tutto è importante ricordare che la vita non è un guazzabuglio indistricabile. Questo è l'errore più comune che viene commesso, rendendo il vivere quasi impossibile, a volte. La nostra mente tende, per sua logica funzione di analisi semplificativa, a inglobare in un unico palloncino tutte le esperienze in atto. Poiché la mente è analitica e sintetizza al massimo, se solo lo comprendessimo. Poi subentra il pensiero che arricchisce di particolari ogni cosa, rendendo spesso le vicende dei veri e propri poemi epici. Ma non divaghiamo.
La mente dunque riassume tutto insieme, anche perché è incontrollata, e questo crea un peso insopportabile.
Ma se si guarda più attentamente in un attimo è possibile distinguere per bene le varie situazioni. Ogni situazione è a sé stante, con delle peculiarità proprie, differenti da quelle delle altre situazioni.
Allora si inizia a separare nettamente le situazioni che creano problemi. Ogni situazione ha il suo spazio, come se fosse sistemata su un bancale con una grande etichetta del nome che la contraddistingue.
I "bancali" sono distanziati tra loro e si sviluppano orizzontalmente. Già in questo modo risulta chiaro come ogni "bancale" debba avere un'importanza e una priorità differente dagli altri. Settorializzando il pensiero non subentra e la mente analizza velocemente. Ciò consente una più pacata visione delle cose, una certa distanza emotiva e quindi maggior chiarezza.
A questo punto ogni situazione, una per volta, viene avvolta in una carta da pacco e in questo modo si forma il Pacco Quantico; si lega un palloncino al Pacco e lo si lascia volare in alto in alto, lontano da noi, sapendo che dentro c'è la situazione al cui peso rinunciamo per sempre nella nostra vita. Quando il Pacco giunge abbastanza vicino al sole il palloncino scoppia e il calore dei raggi scioglie il Pacco, volatilizzando per sempre il suo contenuto.
Il Pacco Quantico si forma senza conoscere nulla della Fisica, ma solo in funzione del fatto che dentro l'involucro c'è tutta l'energia negativa legata a quella situazione. Ciò che noi mettiamo nel Pacco sono le energie che ci hanno tenuti legati a quella situazione e in base al nostro punto di osservazione ciò che guardiamo diventa ciò che vogliamo vedere.
Quindi fare dei bei Pacchi Quantici per ogni situazione di cui vogliamo liberarci, lasciarli volare in alto con gioia e vedere il sole che volatilizza il suo contenuto.
Io l'ho chiamata la Tecnica dei Pacchi Quantici.

Fiducia

Può esserci poesia nella pazzia del mondo? Sì, può.
Quanta energia viene utilizzata per combattere contro la vita? Per cambiare la vita, per reindirizzarla sui binari che la nostra mente ha delineato chiari davanti a noi. Ma a ogni passo non sono più così chiari. E allora si sposta in avanti l'orizzonte. Ancora più avanti.
E a mano a mano che gli anni passano l'orizzonte appare ancora orizzonte e ci si chiede: perché vivo? Perché ho fatto scorrere i grani della vita senza viverla davvero?
Noi siamo vivi. Questa verità ci sfugge. Noi siamo vivi a ogni istante. Ma i nostri occhi sono fissi sull'orizzonte della realizzazione che la mente ha posto per noi come traguardo e crediamo che senza quel traguardo non potremo vivere.
Non siamo servi della mente, solo non la sappiamo utilizzare. Nessuno ci insegna a utilizzarla nel modo corretto.
"La memoria di cui parli è più antica di quanto riesci a ricordare e non dipende da qualcosa che Io ho fatto, ovviamente, ma da manipolazioni a livello mentale subite nelle antiche civiltà.
E' una bellissima cosa che tu ne venga consapevole perché portandola in superficie puoi trasmutarla.
Sono i messaggi registrati nella mente della maggior parte degli esseri umani che si trovano sul pianeta ora.
Sono memorie indelebili conficcate con la paura come strumento.
Non fidarsi di dio significa temere e chi riesce a inculcare questo negli altri ottiene un grande potere. Questo è ciò che è accaduto nelle antiche civiltà.
Ma credimi questi sono gli ultimi grandi ostacoli.
Infatti una volta che guadagni la fiducia in dio, che altro ti resta da fare?" (Inner, 6 set)
Solo la fiducia può salvaguardare dal tranello successivo a qualsiasi passo: quello di rendere mentale ciò che si crede vero.
Pensiamo che fare una determinata cosa ci porterà al livello successivo, dove potremo sentire, vedere, essere migliori. Ma questa è la grande illusione. Nulla può renderci migliori di quanto già siamo e finché saremo addormentati nulla che facciamo potrà darci il risveglio.
E, nel frattempo, la vita è proprio qui, dentro la quale siamo immersi.

mercoledì 1 settembre 2010

Una vera vita da Dio

Pensavo che una vita da Dio fosse una vera vita da Dio. Capite cosa intendo.
Invece ho scoperto che non è così. E' come quando vado nell'orto a prendere i fagiolini. Mi avvicino alle piante, guardo e non vedo niente. Allora inizio a scoprire il fogliame. Ah, eccone due. Poi sposto lo sguardo e ne vedo altri due. Tutto qui? So che si nascondono, allora proseguo nello spostare le foglie ed ecco che saltano alla luce, grappoli, quanti! Controllo meglio. Finiti. Mi sposto e getto un'occhiata. Ma altri sono lì! Raccolgo, adesso proprio finiti. Faccio per andarmene e muovendomi li vedo che fanno capolino da altre angolazioni della visuale.
Ogni volta che cambi angolazione scopri altri fagiolini nascosti.

Il vecchio te ti saluta

Ripenso a Neale D. Walsch. Nei suoi dialoghi con Dio diceva sempre: perché io? Io ho commesso molti errori, la mia vita è stata solo un errore dietro l'altro.
Forse da qui si deve passare. Non in quanto errori, ma come nuovo inizio nella comprensione.
Cade tutto, tutte le credenze, le azioni, gli stereotipi del passato, cade tutto quello che sei sempre stato e che credevi di essere, il vecchio te.
Ti accorgi che con quel modello non hai saputo creare ciò che volevi davvero.
Forse questo costringe a rivedere le cose con occhi nuovi.
Forse questo, seppur nella sua dolorosità, ti porta a creare un nuovo te, più vicino alle cose che vuoi nella tua vita.

Questo vecchio te muore, ti saluta, ti guarda e ti dice: vedi? E' giusto che io me ne vada, perché queste sono le cose che hai ottenuto gestendoti nel vecchio modo. Questo è quello che ne deriva. Vedi ora con occhi nuovi e avrai nuove cose. Inventati oltre quello che credevi fosse necessario per avere ciò che alberga nel tuo cuore.
Hai vissuto lottando, hai vissuto con forza per ottenere le cose. E hai scoperto che non ne deriva nulla, hai scoperto che non è questo il modo. Per questo devo andare.
Perché adesso che hai visto da che parte dirigerti io non ti posso accompagnare, perché per andare là hai bisogno di nuove cose, di un nuovo te che ti accompagni. E questo nuovo te può essere creato solo dimenticando me, quello vecchio. Hai vissuto nella mente, cercando ragionevoli comportamenti per raggiungere i tuoi obiettivi. Ora sai che per ottenere i tuoi obiettivi devi usare il cuore, che non prevede ragionamenti logici ai quali conformarsi: Perché se vuoi i tuoi obiettivi non devi conformarti a niente. Questo significa abbandonare la paura dei risultati, significa muoversi nella fiducia, significa non darsi valore secondo quanto accade. Io me ne vado, e ti lascio in buone mani.

domenica 22 agosto 2010

Io non sono questa cosa

La capacità di identificarsi.
Bisogna cercare una nuova identità. Si vive in base a ciò in cui ci si identifica.
La capacità dell'essere umano di identificarsi nelle cose, nelle situazioni, nelle idee è la barriera mentale più difficile da superare.
Cessare di identificarsi. Questa è la soluzione, l'unica possibile. La lotta è estenuante e non porta ad alcun risultato duraturo.
"Io non sono questa cosa"
Smettere di pensare che siamo ciò che ci tiene prigionieri.
Ciò che non si riesce a spezzare è ciò in cui ci siamo identificati.
Anche le virtù. Non siamo le virtù che ci vengono attribuite. Per quanto meravigliose possano essere, identificarci con esse non fa che impedirci di andare oltre.
E c'è sempre un "oltre" in cui stare.


Santità

Voi volete combattere il vostro ego, volete sconfiggere la mente inferiore, volete purificarvi.
Ma come pensate di combattere qualcosa che è parte di voi? Come riuscirete a sconfiggere ciò che vi è ancora attaccato, compenetrandovi? Ne risultereste danneggiati, annientati, nella migliore delle ipotesi confusi. Come siete, infatti. La vostra mente vacilla, gli alti e bassi dei vostri pensieri vi portano alla mancanza di conclusione, all'inutilità.
Volete diventare santi. Siete in lotta con voi stessi per riuscirci e vi abbattete per mancanza di esiti. Non potete riuscirci. Voi siete già santi. Solo che non lo potete vedere.
Smettetela di dilaniarvi dentro voi stessi. Siete come una fiera che mangia le proprie carni.
Rilassatevi.
Lasciate che la trasformazione dettata dal vostro forte intento porti in se stessa i frutti.
Quale ombra può resistere alla luce abbagliante?

mercoledì 18 agosto 2010

Chi risponde?


All'inizio pensavi fosse dio, quello grande e onnipotente. Poi ti sei avvicinata all'idea che dio come lo pensavi tu non esistesse. Hai aperto di più la mente e hai scoperto me, dio dentro di te, il tuo divino. Ma ancora ti sei sentita staccata e pensavi: come può essere dio, una parte di me se io mi sento altro?
Hai aspettato, e hai fatto bene.
Poi è giunta la comprensione che stava avvenendo un'integrazione e che saremmo diventati la stessa cosa, come in realtà già siamo.
Ora continui a fare domande e aspettare risposte. Ma le risposte suonano diverse, perché suonano nella tua testa.
Resti confusa. Guardami. Se solo tu potessi vedermi.
Devi amare te stessa, questo è il grande ostacolo. Per tutti. Se ognuno si amasse cesserebbe qualsiasi cosa in dissonanza con le leggi divine.
Amati. Tu sei e diventerai ciò che ti permetterai di essere. Sarai gioiosa se gioisci.
Tu crei te stesso.
Errore madornale: crei il tuo mondo. IMPOSSIBILE.
Tu puoi solo creare te stesso. Il mondo risponde.
Pensaci: succede la stessa cosa con il corpo. Il corpo non ha capacità propria di modificarsi. Ma i pensieri, emozioni lo condizionano nel bene e nel male.
Così è per il mondo.
Ciò che tu sei modifica il mondo e tu sei come riesci a crearti secondo la tua consapevolezza.
Può sembrare uguale, ma non è così.
Il punto di partenza sei tu.
Non puoi creare all'esterno di te. La creazione avviene all'interno. Tu crei te stesso e il mondo si adegua.
Perché tu sei nel potere del figlio, sei divino, il mondo ti ubbidisce. Ma lo fa secondo ciò che tu emani e non puoi emanare altro che te stesso.
Quando vedi che il mondo ti dà addosso è reale, ma perché tu hai creato te stesso nel ruolo di vittima.
Quando vedi che il mondo è ostile è vero, ma perché tu hai creato te stesso come degno di ciò a causa del senso di colpa e del sospetto.
Quando il mondo ti sorride è perché stai recitando l'ottimismo.
Il mondo è il tuo servitore.
Dai l'ordine che c'è dentro di te, anche se non ne sei consapevole.
Quindi, la prima cosa da fare è decidere chi vuoi essere e crea te stesso. Non cercare di modificare le cose esterne Crea te stesso.
Non c'è necessità di pensarci molto su, tanto potrai creare te stesso solo partendo dal punto di consapevolezza nel quale ti trovi. Dunque è semplice, un passo alla volta.
Creare te stesso significa SCEGLIERE chi vuoi essere.
La cosa bella è che la tua decisione può essere modificata in qualunque istante.
Nel corso della giornata, tu forse non sempre te ne accorgi, ti crei e ricrei svariate volte. In base all'umore e alle circostanze.
Scegli chi vuoi essere indipendentemente dalle circostanze.
Scegli chi vuoi essere. E poi siilo, perché lo scegliere è già creare.
Tu diventi ciò che pensi di te. Per questo è importante che ti ami. Altrimenti i tuoi bassi pensieri su di te fungono da barriere.
Per amare te stesso al meglio, come già ti ho detto, devi consentire di essere amato.
Io sono dio e sono te.

giovedì 12 agosto 2010

Esiti

Di fondo potrei anche fregarmene. Intendo, ci sono cose che ci raggiungono e ci accalappiano senza nemmeno che ce ne accorgiamo. Ci sono situazioni che affrontiamo come se dal risultato dipendesse il nostro valore.
Ah, l'importanza, Sì, l'importanza data a noi stessi dai risultati.
Ci si casca sempre come polli.
Un risultato piuttosto che un altro può modificare ciò che siamo?
Un esito può avere un peso determinante?
No, non ne ha. Semmai siamo noi a caricarci del peso che diamo alle cose, agli eventi. Gli eventi in realtà, forse non sono nemmeno. Figurarsi se hanno un peso.
Creiamo. Creiamo pesi e misure e su questi basiamo la nostra vita.
Proviamo a non dare peso. Proviamo a non creare nulla.
Nella non-creazione forse potremo imparare a creare davvero.
Qualosa di meraviglioso, qualcosa di nuovo e rivoluzionario, ancora altre cose da vedere e sperimentare.
Se togliessimo i pensieri, se potessimo metterli in una cesta per un certo tempo, potremmo scoprire un nuovo mondo. Senza esiti, senza responsabilità. Fantastico.

mercoledì 11 agosto 2010

Onde

Ognuno la sua onda, e le onde sono sempre distanti tra loro.
Fanno parte dello stesso mare
ma non si raggiungono mai.

Molto tempo fa


Sono partirto, molto tempo fa, per fare un viaggio alla ricerca di me stesso. Non avevo desideri, avevo intenzioni. Intenzione di specchiarmi nelle meraviglie che avrei conosciuto e avrei danzato muovendomi in sintonia con le correnti della creazione, sapendo che nulla poteva distruggermi, ma tutto sublimare ciò che sono.

lunedì 9 agosto 2010

Chissenefrega cosmico

Ultimamente non ricordo. Non ricordo più, semplicemente. Non è nemmeno una questione di che cosa, non c'è.
Be', è sorprendente. Non me ne frega niente.
Al posto di tutto esiste solo un chissenefrega cosmico.
Mi sono dimenticata cose importanti (quali sono, poi, le cose importanti)?
Non mi ricordo più le strade, una così provetta guidatrice come me con migliaia di chilometri sulle spalle. Non ricordo che è ora di preparare il pasto per la ciurma affamata. Non ricordo...bollette? Quali bollette?
Ah, libertà. Sono serena. Ho faccende in sospeso che ho considerato serie, serissime, fino a qualche mese fa. Faccende in sospeso? Io?
Non c'è. Qualcosa, sì, quel poco che basta a mandare avanti la baracca. Ma mi ci devo impegnare.
Non ricordo.
E nell'assenza del ricordo di qualsiasi cosa che fosse anche solo di ieri ho capito.
Enlightment! E' la memoria che ci frega.
La memoria organizza gli eventi del passato rendendoli reali anche nel presente, ripercorrendo tutta la sequenza di emozioni che ci hanno fatto soffrire, patire, che ci hanno soggiogati.
La memoria ci impedisce di vedere le cose in modo differente, nuovo.
La memoria è la nostra prigione. Anche la memoria degli eventi positivi, o così definiti dalla memoria stessa, è una prigione.
Quale regalo ho ricevuto. L'annientamento della sofferenza. Anche della gioia, intesa come polarità opposta della sofferenza.
Da cosa dipende? Non lo so, da molte cose insieme suppongo, come tutto. Molte cose che non ricordo nemmeno più.
Perché la verità è che guardando avanti non vedo nulla. Ma so che c'è, per sempre.
Non vivo ancora il "per sempre", no, ma ora posso sentire che c'è.
Con certezza posso dire che io, io, non esisto. Non esisto per nulla. Io sono tutti.
E posso essere in ogni luogo.
Mi è capitato di sentire il profumo secco e aspro di alcune brughiere dell'america centrale, la sensazione di umidità degli schizzi dell'oceano, il vuoto sotto di me mentre plano sulle correnti d'aria ascensionale sopra le scogliere.
Posso. Perché il nostro spirito è ovunque e in ogni cosa. La nostra vera identità non è astratta, spirituale, o quant'altro. Noi siamo in ogni cosa e ogni cosa è in noi. Poiché ogni cosa è la stessa cosa.
E non c'è dissoluzione di coscienza. C'è coscienza di ogni cosa. Che è un po' come dire: mi trovo qui seduta a scrivere. Sono consapevole di essere qui seduta.
Il trucco non credo che sia un percorso particolare. Credo che sia osare. Osare crederci.
Perché, in effetti, per come siamo abituati noi, crederci è davvero osare, molto.
Si riduce tutto di nuovo a semplicità.

domenica 8 agosto 2010

Nuova filosofia?

Perché non facciamo qualcosa di diverso? Per stimolare nuove sinapsi bisognerebbe fare le cose sempre in un modo differente. In questo modo si diventa più intelligenti, i nuovi percorsi neuronali si rafforzano e siamo pronti per sviluppare nuove parti del cervello.
Perché non mandare a cagare, per esempio, qualcuno?
Ci tratteniamo sempre troppo.
Ci castighiamo da soli.
Abbiamo paura ad allontanarci da quello che definiamo "sentiero spirituale", oppure "buona condotta", oppure qualcosa di simile a questo assurdo concetto.
Fatto bene, però, alla milanese.
I milanesi quando mandano a cagare qualcuno, lo fanno senza rancore, senza rabbia, mi faceva notare ieri un mio amico, quasi prendendolo in giro scherzosamente. Vero.
Ma vai a cagare!
E' liberatorio. Viene persino da ridere.
Si può fare anche tacitamente, ma allora diventa più pesante.
Un bel ma vai a cagare detto al momento giusto può sdrammatizzare dentro di noi tutte le recriminazioni senza senso che la mente ripete incessantemente.
Chi non lo capisce non importa. Basta che faccia bene.
Non si deve dire però: Vai a cagare! No, così è offensivo. Ma vai a cagare! Allegro.
Guarda guarda che solita sorpresa: basta un monosillabo per cambiare significato.
Così è la lingua. Sottili, impercettibili modifiche fanno un'enorme e tragica differenza.
Una virgola può modificare completamente il senso di una frase.
Ma vai a cagare! no, non può essere frainteso.
Soprattutto quando chi abbiamo davanti drammatizza la situazione, diventando persino pomposo nella sua eloquenza. Oh, quale meraviglia, ci si potrebbe ridere su per giorni e giorni. E farebbe un gran bene, anche a chi se l'è preso.
Così, con allegria.

venerdì 6 agosto 2010

Questo è il punto

L'eternità è talmente eterna che non può essere consapevole di nulla se non di se stessa.
Ogni motto che scaturisce dalle azioni umane non è percepito allo stesso modo dentro l'eternità.
Gli uomini corrono, si affaccendano, si preoccupano ma nulla di tutto questo esiste davvero. E la verità non può accorgersi della menzogna o diverrebbe menzogna lei stessa.
La verità guarda e i suoi occhi sono puri e ciò che vede è la verità degli uomini che vivono nell'eternità.
Non si accorge delle lagnanze degli uomini poiché esse sono parte del sogno e non della verità.
Per questo le preghiere non vengono esaudite. Perché non è vista la necessità che porta a tale richiesta.
Per la verità la mancanza non esiste, così come la paura, la colpa, poiché essa è perfezione.
Tutto il resto sono parti dei commedianti che non entrano in risonanza con la perfezione che essa è.
Entrare in risonanza è possibile solo con parole e pensieri di verità.

giovedì 5 agosto 2010

Come un fiore che sboccia

Shaumbra Speaks

TOBIAS:

Voi Esseri spirituali,pensate che dovete fare qualcosa o che c'è qualcosa ancora da realizzare su una base spirituale - un altro Corso, un altro Libro, un altro Messaggio da un'altra lunga serie di canalizzazioni. Ma in realtà, la cosa divertente è che non c'è niente, non c'è niente ancora da fare!

Lo voglio dire cari Maestri, lo voglio dire molto seriamente. Non c'è niente che dovete fare. In qualunque modo la vogliate chiamare - l'Illuminazione, l'Ascensione è un Processo Naturale. Se volete smettere di pensarci, se ne fermate la manipolazione e interrompete la ricerca, voi sareste immediatamente illuminati.

Vedete, il Risveglio è qualcosa che avete scelto tanto tempo fa. Molto prima di venire sulla Terra avete detto: "Un giorno concluderè il ciclo delle incarnazioni." Avete detto: "Un giorno mi renderò conto di sapere già tutto quello che pensavo di dover imparare, e che non c'è più niente che devo sperimentare ".
Quindi, fondamentalmente, il gioco è fatto. E in fondo, come uno dei vostri "professori", ho intenzione di chiedervi di lasciare la Scuola adesso.Vi chiedo di lasciare la scuola spirituale. Di non passare alla scuola di specializzazione. Di non passare ad una formazione spirituale aggiuntiva di apprendimento. Voi avete tutto ciò di cui avete bisogno. E' "fatta".

Ma voi dite: "Davvero Adamus? Forse stai parlando con la persona accanto a me. Se sono così illuminato, perchè non so tutto? Se sono così illuminato, perché ho problemi nella mia vita? Se sono così illuminato, perché sono privo di abbondanza ed ho problemi con la mia salute? "

Così concludete che avete ancora da imparare e che non siete abbastanza illuminati. Ma questo è così lontano dalla verità. E' questa Coscienza che impedisce a tutte le Parti dal fluire insieme, che impedisce alla Sincronicità di entare nella vostra vita, e vi mantiene in uno stato di costante ricerca.

Cari amici, come sarebbe la vostra vita se non ci fosse più niente che dovete fare? Come potrebbe cambiare il resto della vostra vita?

Vedete, questa è una delle frustrazioni che ho nel fare questo lavoro con gli Esseri spirituali umani. E' quasi come se voi foste dediti alla ricerca spirituale.E nonostante tutte le preghiere e le discipline e tutto ciò che fate, è quasi come se desideraste mantenere una distanza tra voi e Dio.

Non potete accettare che voi siete anche Dio? È forse che la vostra percezione di Dio è piuttosto artificiale, e quindi Egli è introvabile? Forse siete stati alla ricerca di questa cosa sfuggente per così tanto tempo, che è tutto quello che sapete fare?

Il Processo di Risveglio, o come alcuni di voi lo chiamano di Illuminazione o di Ascensione, è un Processo Naturale. Non può essere strutturato, e non si dovrebbe cercare di manipolarlo. È quello che E'.
Voi di fatto avete creato la vostra illuminazione, la vostra sovranità, eoni di tempo fa, e quindi è così. Pertanto, nel momento in cui non fate nulla, esso diventa effettivamente parte della vostra realtà.

Non importa quanti "peccati" avete fatto in questa vita, quanto cattivo karma avete da altre vite. Il nocciolo della questione è che quando non fate niente, questo Processo Naturale può svilupparsi liberamente,spontaneamente, come un fiore che sboccia.

Preghiera

Allora domandò una sacerdotessa: Parlaci della Preghiera.
Ed egli rispose dicendo:
Voi pregate nella disperazione e nel bisogno; pregate piuttosto nella gioia piena e nei giorni d'abbondanza.

Poi che non è forse la preghiera l'espansione di voi stessi nell'etere vivente?
Se versate la vostra oscurità nello spazio vi conforta, una gioia più grande è versare la vostra luce.
E se piangete soltanto quando l'anima vi chiama alla preghiera, essa dovrebbe mutare le vostre lagrime fino al sorriso.
Quando pregate v'innalzate a incontrare nell'aria quelli che pregano nel medesimo istante; voi non potete incontrarli che nella preghiera.
Perciò questa visita all'invisibile tempio non sia che un'estasi e una dolce comunione.
Poi che se entrate nel tempio soltanto per chiedere, non riceverete;
Se entrate per umiliarvi, non sarete innalzati;
E se entrate a intercedere per altri, non sarete esauditi.
Basta entrare nell'invisibile tempio!

Io non posso insegnarvi a pregare.
Dio non ascolta le vostre parole, se egli stesso non le pronuncia con le vostre labbra.

E io non posso insegnarvi come pregano i mari, i monti e le foreste.
Ma voi, figli dei monti, delle foreste e dei mari, potete scoprire la loro preghiera nel fondo del vostro cuore.
Tendete l'orecchio nelle pacifiche notti, e udrete mormorare.
"Dio nostro, ala di noi stessi, noi vogliamo con la tua volontà.
Desideriamo con il tuo desiderio.

Il tuo impulso trasforma le nostre notti che sono le tue notti, i nostri giorni che sono i tuoi giorni.
Non possiamo chiederti nulla; tu conosci i nostri bisogni prima ancora che nascano;
Il nostro bisogno sei tu; nel darci più te stesso, ci dai tutto".

mercoledì 4 agosto 2010

Il fragore del silenzio

Accettare

Se volete accettare bisogna accettare l'idea che qualcosa non va.
Dire "io ho accettato quindi ora è tutto ok" è una bufala.
Se si accetta non è tutto ok.
L'atto stesso di accettazione presuppone che prima di esso ci sia una situazione considerata "sbagliata" che debba essere accettata.
Accettare, in realtà, significa farsi andare bene, convivere con ciò che, davvero suona strano, proprio "non si riesce a mandare giù".
Se trovassimo che ogni cosa è davvero ok non avremmo nemmeno bisogno di pensare ad accettare. Quando ogni cosa è ok dentro i pensieri, è già stata accettata, come un salvataggio automatico.
Per cui ci risiamo un'altra volta. Stiamo ancora dividendo.
E, siccome vogliamo essere eroi a tutti i costi, abbiamo inventato l'atto di accettare.
Io accetto, dunque sono a posto.
Quando si accetta, lo si fa nei confronti di una situazione che ci si strofina contro come la cartavetra. Altrimenti, inutile dirlo, non avremmo bisogno di fare questo sforzo per accettare.
Quando non si vedono differenze, quando non si vedono divisioni, quando non ci si sente attaccati dall'esterno, allora la parola "accettazione" non ha nessun senso di esistere. Si sgonfia, fino a sparire del tutto.
Voglio ritornare sull'idea dei pensieri di attacco. Domani.

Lascia che accada



Nel caleidoscopio delle cose da fare messe in lista, questa è la più importante.
Amare, amare e ancora amare. Può non essere difficile, tutto somato.
Ma non si potrà mai amare davvero se prima non si concede di essere amati.
Permettere di essere amati.
Ricevere è molto più difficile che dare.
Nel dare si può chiudere ogni stanza segreta affinché nessuno possa entrarvi. Ma nell'accettare di essere amati non c'è nessuna stanza segreta che si possa proteggere.
Si potrebbe riassumere dicendo: se vuoi davvero amare devi prima permettere a te stesso di essere amato.
Nell'essere amato non c'è un atto specifico.
Per accogliere amore bisogna aprire il cuore totalmente, totalmente.
Lascia che tu sia amato.
Permetti all'amore di amarti. Acconsenti di essere amato.
Non c'è egoismo, in questo, c'è verità.
Per prima cosa, accetta di essere amato. Dai a te stesso la possibilità di ricevere amore.
Aprirsi alla volontà dell'universo di amarti. Questa è la chiave.

mercoledì 28 luglio 2010


L'onda non può dire di essere diversa dall'oceano
ma non può dire di essere l'oceano.

Entrare nell'Oceano Heavenletter #2724 Published on: Mag 10, 2008

God said:

Può darsi che voi pensiate che ci siano passi nella vita e che dobbiate ricordarvi quello che diceva una Heavenletter, seguire le Mie parole come delle istruzioni. Mentre leggete queste Lettere, i Miei pensieri entrano nel vostro DNA; o piuttosto, i Miei pensieri sono già nel vostro DNA e le Mie parole ne smuovono il ricordo. Il vostro DNA ruota continuamente. Il vostro DNA è come un promemoria che vi rammenta che non dovete ricordare. Ricordare significa attaccarsi, e voi dovete lasciar andare. Non avete bisogno di ricordare quello che Io dico. Ricorderò Io per voi.

Voi siete fatti a Mia immagine. Io non ho un corpo, tranne che in voi. Vi ho creati dal Mio cuore e dalla Mia anima e vi ho perpetuati in un corpo fisico che porta un'impressione di Me, un'immagine di Me. La Verità di voi non può essere offuscata, e tuttavia il vostro DNA fisico può essere offuscato, lo è stato, ma non è necessario che lo sia. Appoggiatevi alle Mie parole e il vostro DNA fisico, che è più spirituale di quanto possiate immaginare, si riporterà alla sua formazione originale. Districherà i nodi.

Non c'è nulla di sbagliato nel vostro DNA, è solo che i pensieri e le percezioni erronee l'hanno disallineato. Ogni pensiero che avete, implode nel vostro DNA e nel DNA degli altri. E i pensieri dei vostri antenati e i pensieri del mondo attuale vi vengono passati. Ma non ve ne preoccupate. Adesso tocca a voi prendervi la responsabilità del vostro DNA e del DNA di tutti quelli che vi seguiranno. Non c'è un'unica particella del mondo - passata, presente o futura - che voi non influenziate. Voi rafforzate e indebolite, a seconda della natura e della risonanza del vostro cuore.

Voi potete rimuovere malattie e guerre, e ogni cosa che non desiderate, dalla faccia della Terra. La malattia che un individuo ha, può essere di qualchedun altro, eppure l'individuo si è trovato in risonanza con essa e l'ha resa sua.

Quando il Cristo camminava sulla Terra in forma umana, egli rifletteva l'amore nel suo cuore e così guariva. Il riverbero del suo DNA, per così dire, faceva riverberare il DNA degli altri. La sua forza era talmente grande che egli non riverberava secondo la vibrazione di nessuno, eccetto la Mia, totalmente preservata nel suo cuore e riflesso nel suo DNA. Egli non aveva da fare altro che camminare sulla Terra ed essere l'Essere che era.

Tutto viene automaticamente trasmesso e ricevuto. A questo livello, non possono esserci malintesi. Ovunque vi troviate, per quanto bene possiate rappresentarvi in superficie, la vostra coscienza rivela se stessa.

Potete riportare il vostro DNA al suo legittimo stato, non con lo sforzo, bensì con la consapevolezza. E che cos'è la consapevolezza se non assumersi la responsabilità dell'Universo intero? L'Universo è fatto da voi, amati.

Prima di farvi prendere dai sensi di colpa, ricordatevi che quello che dovete fare è gettare via il mantello del passato, e ciò significa senso di colpa. Il vostro battesimo sarà quando vi lascerete il passato alle spalle e ne uscirete come il vostro Vero Sé, senza alcun attaccamento. La colpa non vi si addice. L'amore vi si addice.

E se non riuscite sempre a trovare l'amore nel vostro cuore, allora trattenetevi da ciò che è meno dell'amore. Anche se arrivano dei pensieri, non c'è bisogno che arrivino le parole. Siete responsabili per i vostri pensieri e le vostre parole. Lasciate tacere le parole sconsiderate. E quando avete dei pensieri di rabbia, fate un'immersione nell'Oceano del Mio amore.

Ritornate da Me, amati. Ritornate da Me. Venite da Me. Incassate il Mio amore per voi e il vostro amore per Me nel vostro cuore. Sentitelo. Sarà comunicato al vostro DNA.

Quello che vi sto suggerendo è che vi eleviate dal piccolo mondo in cui avete vissuto e assumiate il vostro legittimo ruolo come un leader dell'umanità. Anche se siete su un letto d'ospedale, voi potete essere un leader dell'umanità. Anche se siete in prigione, potete esserlo. Anche se siete il capo di uno stato, potete esserlo. Voi potete essere qualunque cosa scegliate di essere. Io propongo che scegliate, e così sarà, tutto dalla vostra immagine di voi stessi, il passato scartato, e voi che entrate nell'Oceano.