lunedì 20 settembre 2010

Gioco di specchi

Dio si specchia in noi. Noi ci specchiamo negli altri e in dio. E' tutto un gioco di specchi. Dio per conoscersi ha creato suo Figlio, speculare, ma ancora vedeva solo se stesso e quindi era al punto di partenza. Hmm, devo creare un rovescio di me, in modo che si rifletta nel Figlio e in fondo a questo caleidoscopio saprò riconoscermi, ha pensato. Deve essere accaduto qualcosa del genere.
Tanto che noi non sappiamo chi siamo. Il caleidoscopio ha confuso le idee, che invece sono semplicissime.
Tu sei il contrario di ciò che pensi di essere.
Come sapere chi siamo? Guardando l'immagine speculare di noi. Dobbiamo rifletterci per conoscerci.
Partendo dal presupposto che in quanto esseri singoli siamo solo un'immagine della nostra mente, che la molteplicità è l'illusione.
Possiamo dunque rifletterci nel Figlio, che siamo noi.
Certo, questo presuppone un'apertura conseguita sul fatto che non esistiamo in quanto esseri separati.
Ma quando si ha davanti una persona e ci sentiamo attaccati, in realtà stiamo attaccando noi stessi. Basta guardarla e riflettere sul fatto che essa è il dio in noi, che noi e lei siamo l'unità. E l'azione di attacco cessa poiché vengono a mancare i presupposti. cioè l'illusione, perché si protragga. E' solo un gioco di specchi.

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