
Quando non ci sono più parole, cosa resta?
Resta quello che c'è da dire senza parole.
E cosa si può dire senza parole?
Dire ha un significato limitato. Dire è semplicemente aprire la bocca ed emettere suoni, i soliti nei soliti idiomi, attraverso i quali gli uomini comprendono quello che si dice, ma non si comprendono, gli uomini. Ascoltano le parole, dicono, e poi se ne vanno, lasciandole lì, le parole, come se fossero pozzanghere da scavalcare per non rovinarsi le scarpe nuove.
Gli uomini non si comprendono e dunque dicono.
Dire rientra nelle sollecitazioni del mondo. Non dici nulla, non parli mai, c'è qualcosa che non va che sei così silenzioso?
Risposta: no, vedi, sto benissimo, è che ascolto talmente tante scemenze che ora ho proprio voglia di sentire qualcosa di sensato. Soprattutto ho l'impellente necessità di non sparare cazzate tanto per reggere il gioco.
Le parole non dette sono quelle che hanno maggior peso, me ne sono accorta già da tempo.
E' facile stanare il "non detto" se si presta un po' di attenzione. Ma non ai segnali del corpo o all'intonazione o roba simile.
Il "non detto" aleggia nell'aria e diventa palpabile, diventa l'unica cosa detta, a discapito delle parole pronunciate.
Oh certo, è capitato a tutti di avere uno scambio verbale, anche breve, con qualcuno e sentire quel certo non so che, che avverte che c'era qualcosa nell'aria e ce lo siamo lasciati sfuggire. O la meravigliosa sensazione di benessere in altre circostanze. O la sensazione tagliente, come di una scure ben affilata in altre.
Si possono dire molte cose con il "non detto", bisogna prestarci attenzione.
Perché sono quelle le parole vere, quelle nascoste, sono quelle non dette a dire la verità.
E, ancora una volta, entriamo nel silenzio per ascoltare le parole non pronunciate, ma dette con tanta veemenza che sono le uniche cose che ci portiamo a casa e che condizioneranno tutti i nostri comportamenti con le persone che "non dicono".
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