venerdì 9 luglio 2010

Mi siedo lì e scrivo

Decidiamo: o scriviamo delle scemenze della vita o scriviamo della vita. Sono due cose ben distinte che portano a due risultati differenti.
Le conseguenze di ciascuna scelta hanno risultati differenti. A volte non piace ciò che accade, ma raramente si pensa alle scelte che hanno portato a questo.
Scorre, e ciò che appare importante ora, opprimente, disarmante, non ha alcun senso.
Obbligo di viverlo? Nessuno.
Accettazione? Nessun obbligo.
Si può non accettare senza modificare la situazione esterna.
Allora in questo caso si dice "fluire". Ogni parola ha il proprio significato.
Ma ogni parola può avere significati differenti. Comprendi.
Non accettare (cioè non diventare parte) senza per questo voler modificare ciò che esiste.
Fluire.
La NON
accettazione è un motto interiore.
Qualunque battaglia intrapresa in questo senso porta a una disfatta.
In questo senso si può ancora dire che NON esiste
mancanza d'amore.
Mai è stato chiesto di accettare le ingiustizie. Mai è stato considerato
indispensabile sottomettersi alle ingiustizie.
Questo non è andare contro il fluire.
Non accettare ingiustizie può significare non pretendere di modificarle.
Comportamento alquanto complicato per l'umanità che vede le due cose ben distinte.
In realtà i due opposti sono parti integranti di un'unica cosa.
Ah,
comportamento. Comportamento corretto.
NESSUNO.
Il
comportamento scaturisce dall'interiorità.
Se l'impulso parte da emozioni non scorrette, il
comportamento sarà quello corretto.
Interiorità. E' lì che avvengono i reali cambiamenti. Quelli che modificano anche la concretezza degli eventi.
E tutto parte dall'illusione. Illusione della realtà di giochi di luce.
Il pensiero si fissa su queste illusioni, potente com'è, rendendole
fintamente reali.
Tanto da escludere ogni altra visione.
Vedendo e credendo solo nell'irrealtà, ci si convince della sua unica realtà.

IO STO SOLO GIOCANDO CON ME STESSO.

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