martedì 6 luglio 2010

C'è un tempo passato, c'è un tempo futuro. La linea del tempo sembra srotolarsi in una successione di attimi legati indissolubilmente tra loro. C'è il passato e il futuro, nella mente, ma non esiste ciò che è.
Adesso. Adesso non è una definizione di tempo, poiché "adesso", quando viene pronunciato, presuppone "che ancora non si sta compiendo".
Se si dice "adesso sto facendo..." significa che non si è nell'adesso, altrimenti sarebbe impossibile parlarne.
Questo "adesso" crea problemi di comprensione, è difficile definirlo, afferrarlo. E' sfuggente, mancano le parole, quasi non si riesce nemmeno a pensarlo, l' "adesso".
Solo perché "adesso" non è un momento nel tempo e nemmeno nello spazio. Sfugge a qualsiasi tentativo di razionalizzarlo, tanto meno di definirlo. La mente non riesce ad afferrarlo.
Perché "adesso" è un punto di energia. E' esattamente così come è. Non si può afferrare né trattenere. Ogni sforzo risulta vano e quanto più lo si rincorre, tanto più ci si allontana.
Non si deve comprendere, non c'è nulla che debba essere compreso.
Non va nemmeno vissuto. Non si può dire: "Devo vivere nell' adesso".
Ci si fa cullare, ci si adagia come su un soffice cuscino.
E "adesso" prorompe.

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