martedì 28 settembre 2010

Per quelli che...



Per chi ancora non lo sa, confermo in questa sede che non ho più tempo per minchiate e giochi a nascondino. Pare poco spirituale? Cosa è spirituale? Sorpresa: non esiste. E' soltanto un termine coniato per sentirsi meglio, o migliori nella peggiore delle ipotesi.
L'Universo siamo noi, lo sapevi? Cosa può esserci di "meno spirituale" di questo? Se non c'è un meno decade il tuo punto di appoggio.
Lascio nelle mani degli esperti del settore il trastullamento con questo tipo di giocattoli. 
Te la prendi? Pensi sia la solita me che parla? Quella che vedi sempre riflessa dentro la tua mente?
Chissenefrega. Ho altro da fare, cose più divertenti.
Hai tutte le mie benedizioni.

giovedì 23 settembre 2010

Apice

Cosa c'è ora qui? Cosa sussurra, incomprensibile scuotendo forte la mia essenza? Sbatte e sbatte ancora la mia anima, strano, la ragione non interviene, resta immobile, forse anche lei spaurita da tanta forza. Se ne sta alla larga come a dire: questo non è lavoro mio. Insolito per lei.
Mi sommerge, la valanga, e non posso nemmeno ripararmi, perché non c'è riparo. Pare dica vedi, non sto distruggendo, non sto affossando, sto scuotendo per eliminare la polvere rimasta. Tutto il resto è rimasto lì dov'era, solo che il gran polverone lo nasconde alla vista.
Ma dimmi, forza che non affossa, dove si poserà tutta questa polvere? Voglio sperare che tu abbia un piano al riguardo.
Nessun piano, no, tanto non servirebbe. La polvere non si poserà, si volatizzerà caso mai, e, per quanto paia strano, non andrà in nessun altro posto. Perché vedi, quando c'è l'intento a fare tutto il possibile perché ogni cosa sia luccicante e pulita, mio è il compito di renderla tale. Sbaglio o hai chiesto che venisse eseguito?
Hmm, sì, in effetti... più che chiederlo ho pronunciato le fatidiche parole: "Sono pronta". Pare che al solo pronunciarle si scateni l'incredibile. E dimmi quanto tempo pensi ci voglia prima che si volatilizzi?
Oh, non ti preoccupare. Quando il polverone raggiunge simili livelli come questo di oggi ormai la cosa è fatta. E' l'apice che determina la fine. Ti pare l'apice quello di oggi?
Direi proprio di sì, che caspita.
Direi proprio di sì anch'io.

lunedì 20 settembre 2010

Gioco di specchi

Dio si specchia in noi. Noi ci specchiamo negli altri e in dio. E' tutto un gioco di specchi. Dio per conoscersi ha creato suo Figlio, speculare, ma ancora vedeva solo se stesso e quindi era al punto di partenza. Hmm, devo creare un rovescio di me, in modo che si rifletta nel Figlio e in fondo a questo caleidoscopio saprò riconoscermi, ha pensato. Deve essere accaduto qualcosa del genere.
Tanto che noi non sappiamo chi siamo. Il caleidoscopio ha confuso le idee, che invece sono semplicissime.
Tu sei il contrario di ciò che pensi di essere.
Come sapere chi siamo? Guardando l'immagine speculare di noi. Dobbiamo rifletterci per conoscerci.
Partendo dal presupposto che in quanto esseri singoli siamo solo un'immagine della nostra mente, che la molteplicità è l'illusione.
Possiamo dunque rifletterci nel Figlio, che siamo noi.
Certo, questo presuppone un'apertura conseguita sul fatto che non esistiamo in quanto esseri separati.
Ma quando si ha davanti una persona e ci sentiamo attaccati, in realtà stiamo attaccando noi stessi. Basta guardarla e riflettere sul fatto che essa è il dio in noi, che noi e lei siamo l'unità. E l'azione di attacco cessa poiché vengono a mancare i presupposti. cioè l'illusione, perché si protragga. E' solo un gioco di specchi.

domenica 19 settembre 2010

Di oggi

Ok, mi sa che mi tocca. Non posso più fingere, non posso più rimandare. Non posso più fare finta che succederà. Non posso più fare finta che ci sia ancora strada da percorrere e crederci. Ho lasciato che la mente gestisse la faccenda in autonomia, l'ho delegata dei risultati e delle possibilità facendo finta che fosse necessario e che la strada si sarebbe srotolata dinnanzi. Non si può più darsi del tempo. Certe cose non avvengono nel tempo. Questo spostare nel tempo la dimensione di sé è un modo per sfuggire al momento. L'energia del "qui" non appartiene al tempo, è un punto energetico.
Non puoi più cercare scusanti per dire che non ce la fai ancora, poiché "ancora" è un tempo. Non puoi svegliarti al mattino e dire che bella giornata, domani mi sveglierò un po' di più, perché lo svegliarsi non rientra nel tempo. Non puoi più dire che sei addormentata perché ti spaventa il nulla. Poiché è nel nulla che andrai e non sai cosa potrà accadere. Il nulla è vuoto, ma solo perché non ha futuro.
Adesso è sempre un buon momento.
Non c'è creazione dove andrai. C'è solo movimento e danza e a nulla serviranno i vecchi bauli. Puoi lasciarli lì dove si trovano, non devi cercare una collocazione. Anche questa è una scusa per continuare a rimandare. Anche questo è mentale.
Mai come in questo momento la mente sente il bisogno di staccarsi dalle vecchie consuetudini, ne ha bisogno poiché il nuovo sarà il suo respiro.
E senza causa-effetto le cose accadranno spontaneamente, amorevolmente, turbinosamente.

sabato 18 settembre 2010

Codici

Da un conseguimento a quello successivo c'è tutto un apprendimento.
Apprendimento significa decodificazione. In realtà nulla è da conseguire molte volte è stato detto che è già tutto qui, disponibile.
La Verità è tutto ciò che E', dunque la Verità è l'unica cosa.
Cosa impedisce di vederla? I codici inseriti.
Già detto che provengono da una programmazione antica.
Per questo spesso non è sufficiente la volontà a vedere. Anche se la volontà, cioè l'intento, è il propulsore che fa giungere lì, alla decodificazione.
Spesso gli esercizi preposti e consigliati a questo scopo in realtà non fanno che peggiorare la situazione. In questo caso i codici restano ben radicati e non vi sono esiti. Sono solo rivestiti da abiti nuovi, cioè i pensieri di aver lavorato per decodificare.
Infatti se la Verità è tutto ciò che E', tutto ciò che non è Verità non è, dunque se non si vede la Verità è inutile oltreché dannoso illudersi di essere avanzati verso di essa.
Se non si vede, si ristagna nella non-verità.
I codici sono realmente tali. Vivono nei campi sottili manifestandosi con radicamento nel cervello fisico. Un conseguimento, un'illuminazione, è il frutto dell'eliminazione di codici, il che rende la visione più chiara.
Poco conta sapere dove essi risiedono e l'origine, perché il sapere può rendere più arduo abbandonarli. Interviene la mente e si corre il rischio di mentalizzare le nozioni. In tal caso restano nel vizioso circuito mentale, che ne impedisce il rilascio, poiché la mente tende sempre a trattenere.
In ciò l'ego trova appagamento.
Il suo spessore è dato da quanto riesce a utilizzare la mente, poiché quello solo è il suo regno, costruito con pensieri contorti che creano un labirinto.
La tecnica corretta per la decodificazione passa: attraverso un'analisi accurata di buon osservatore e ascoltatore. Sapere che tutto l'Universo sta parlando è la posizione più proficua.
Non aver paura di trovare "peccati" dentro di sé. Le azioni sono sempre rivolte ad affermare la propria innocenza, come se ci fosse sempre un accusatore pronto a incolpare.
Da questo comportamento scaturiscono molti problemi che affliggono l'umanità.
Ne consegue accettazione serena e successivo assorbimento.
Assorbire significa cessare la lotta con se stessi. E' un atto che conduce all'amore di sé.
Questa tecnica non è in realtà una vera tecnica, poiché si sviluppa con la vita stessa e il suo procedere.
Il ragionamento è veramente l'unica cosa da evitare.
In conclusione, e vale per ogni altra cosa, fidarsi.
Affidarsi e fidarsi sono sempre la base per una buona riuscita.
Fidarsi significa fidarsi di se stessi. Con questa certezza ogni cosa è conquistata.
Dio si fida di voi. Lo dimostra il regalo del libero arbitrio.
Quindi siete degni di fiducia. se Dio si fida di voi perché voi non dovreste fidarvi di voi stessi?
Datevi fiducia. Ne siete degni.
E con questa certezza ogni passo risulterà più leggero.

Scegli di nuovo

Tu sei come Dio ti ha creato, e così ogni cosa vivente che vedi, indipendentemente dall'immagine che vedi. Ciò che vedi come malattia, dolore, debolezza, sofferenza e perdita, non è che la tentazione di percepirti indifeso e all'inferno. Non credere a ciò e vedrai ogni dolore, in ogni forma, ovunque accada, svanire semplicemente come foschia al sole. E' venuto un miracolo a guarire il Figlio di Dio e a chiudere la porta sui suoi sogni di debolezza, aprendo la via alla sua salvezza e alla sua liberazione. Scegli di nuovo cosa vuoi che sia, ricordando che ogni scelta che fai stabilisce la tua identità come la vedrai e crederai che sia.
Non negarmi il piccolo dono che chiedo, quando in cambio io depongo ai tuoi piedi la pace di Dio e il potere di portare questa pace a tutti coloro che vagano nel mondo incerti, soli e in costante paura. Perché ti è dato di unirti a lui e, tramite il Cristo in te, togliere il velo dai suoi occhi e permettergli di vedere in sé il Cristo.

mercoledì 15 settembre 2010

Per un'amica 2

A volte posso anche dire che va bene così. E se lo dico, lo dico a ragion veduta. Ma sai anche che per quanto io sia ciò che sono, non posso intervenire, non come pensi tu, almeno.
Va bene così, ma se non accade perché pensi che sia io ad aver sbagliato?
Se non accade vuol dire che tu non stai facendo la cosa giusta in quella direzione.
Se non accade vuol dire che non stai sentendo le cose nella maniera corretta affinché accadano.
Quante cose ho fatto sbagliate io? Nesuna. Eppure guardati intorno. Quante cose mie sono state stravolte nel loro senso? Sono forse io il responsabile di questa distorsione?

Certo, è logico quello che dici. Il problema allora si allarga un po': come si può capire quale è la cosa giusta da fare o da sentire? Mi rendo conto che se tu dicessi cosa fare cesserebbe lo scopo dell'essere qui. Ma deve pur esserci un modo per non protrarre le vicende per anni. Sono lenta nell'apprendere, pazienza.

Non è lentezza. Sono messaggi incisi. E' come se non ti si palesasse l'evento da comprendere o come se tu non vedessi ciò che sta lì di fronte da sempre. Per capire, lo sai, devi avere tu la tua risposta.
Non fa differenza per me.
Io sono al di fuori sebbene dentro ogni cosa.

Dunque non si possono volere delle cose? Desiderare manifestazioni? Continuo a essere confusa.

Entri in un circolo vizioso. Ti ritorci contro i tuoi stessi pensieri.
Libera il campo mentale. Vuotalo. E chiedi profondamente a te stessa.

Ma allora che valore hanno le tue risposte? Se dici sì e poi non si manifesta e cerco, cerco, cerco ogni volta nuove risposte.

Per ottenere ciò che tu vai cercando l'azione deve essere eseguita in modo perfetto. Nulla che sia meno di perfetto può portare risultati. Perfetto significa con il giusto intento e l'azione che ne consegue. Perfetto non è secondo il mio modo di vedere, ma in accordo con le leggi dell'Universo.

Allora qui entra in campo la conoscenza perché pare che le leggi siano parecchie. Pare che i messaggi incisi siano parecchi. Pare che si debba studiare delle cose per riuscire ad applicarle.
Mi sembrava di aver capito che questo non fosse necessario. O no?

Vuoi me? Eccomi. Vuoi cose? Devi utilizzare il modo per realizzarle.
I miei progetti per te sono chiari. Io non ho nessuna confusione al riguardo. So cosa fare al meglio di te. So come fare esperienza al meglio con te.
Vuoi cose diverse?

Ma tu dove vuoi portarmi? Perché io non sto andando da nessuna parte. Non ero io che dovevo giocare?

Quell'io al quale ti riferisci non sono Io.

Sono anni luce da dove vorrei essere, allora. Sono più che anni luce lontana. Seppure lievemente credevo di averti toccato, anche se attraverso un velo.

Quel velo è ciò che mi tiene lontano alla tua vista. Quel velo sono gli anni luce di cui parli. un velo persistente, parrebbe. Ma è solo un velo.
Togliere il velo è la fine del ruolo. E l'inizio di un altro, sebbene più vasto.
Certo che si può togliere il velo. E' il salto che senti di dover fare, è la liberazione che senti che ti attende.


Per un'amica 1

Tutto ha un disegno più grande. Nel senso che - non lo vedi, non capisci ma... ci credi? ci speri?
Io sono Te che sto qui a creare per manifestarti. Rivoluzionario. Però ti svilisce anche un po'. O forse svilisce solo l'idea stantia che avevamo di Te. E quindi svilisce l'illusione che, in quanto tale, non può essere svilita perché non esiste.
Co-creatori in che senso? C'è di certo un motivo per il quale Io (cioè noi) non mi riconosco come dio. La mente? Vecchia programmazione? Credere che l'irreale sia reale?
E dove esiste tutto questo. E'questo il gioco, o no? Vedere questo per riconoscersi.
Poi subentra tutto il percorso da fare a ritroso. Faticosissimo. E intanto giungono messaggi: divertitevi! giocate! create!
Non ti sembra un controsenso? A un certo punto uno dice: ok, ok, ci credo, wow!, fantastico, per un attimo ho temuto fosse tutto vero ciò che non lo è! Bene, da domani vita nuova. Si crea, si gioca.
Invece no, perché non funziona. Allora bisogna crederci di più. Non funziona. Allora bisogna gioire di più. Non funziona. Allora devo purificarmi di più. No. Meditare di più? No. Creare, creare, creare fino a quando non ci riesco? No.
Capisci, è un po' contorto.
Consapevolezza. Diciamocelo chiaramente, non significa niente. Quando sei consapevole lo sei. Finché non lo sei non sai nemmeno di cosa si sta parlando.
Lasciare gli sforzi. Fluire. E' come dipingere un quadro astratto: non si capisce niente.
Allora: ricapitoliamo.
Anche a un bimbo che vuole imparare a camminare lo si prende per mano e lo si fa camminare. Non gli si fa leggere libri che spiegano come camminare per poi dirgli: tanto questi non ti serviranno.
Oh, no! Ti sento dire che sto di nuovo facendo i capricci! L'assenza di esiti mi insegna come ottenerli? Mi insegna che così non li ottendo.
Concludiamo.

C'è una cosa da "fare", in effetti, che finora non hai "fatto".
Io, per quanto possa apparirti incomprensibile, mi stimo molto. E certo, sono dio! Io mi amo molto. Io amo molto tutto quanto.
La creazione è il mio amore, Io Sono il mio amore e Io mi apprezzo, mi innalzo nel mio amore. Fermo, immobile, gioisco dell'amore che Sono.
(e lascia perdere le maiuscole). Questa è la cosa che non hai mai fatto. Mi brami, mi cerchi, mi scrivi, ci scriviamo. Ma non mi ami. Oh!, non è nulla di grave. Tu ti rifiuti di amarmi.
Tu ancora mi accusi perché ti ho lasciata sola. Tu non mi stimi. Vedo che ti è chiaro il concetto. Tu non mi conosci. Mi temi ancora? Forse è così. Perché hai paura di te stessa.
Io ti sento, come non potrei? Scalda il tuo cuore, così che il calore faccia sciogliere il lucchetto con il quale l'hai chiuso. Non ti serve proteggerti. Forse una volta. ora non più. Ora devi cambiare aria dentro la stanza del tuo cuore perché è la stagione della maturazione.
Questo io ti dico. Il resto viene dopo.

Sì, lo so. Ma non so da che parte cominciare. Vorrei che fosse veloce, come sempre. Sai, ho bisogno del tuo aiuto per questo.

Fai una piccola cosa per me e io verrò.

Una cosa per me? Ma non siamo la stessa cosa?

Non la stessa cosa, non cose diverse.

Riflessione

L'inflazione si abbassa. i tassi vengono ritoccati, la UE regge, buona la situazione bancaria italiana,il pil sale di mezzo punto, il buco dell'ozono si sta riducendo considerevolmente, le emissioni di CO2 sono drasticamente diminuite, i parametri stabiliti nel 1997 per ridurre l'inquinamento entro il 2020 sono già stati raggiunti, la fame del mondo è diminuita del 37%, la scolarizzazione è aumentata, un grande inglese Tristram Stuart, ecologista, sta insegnando al mondo intero come riutilizzare lo spreco di cibo dei supermercati, si è trovato il gene che provoca la Sla, dal cancro si guarisce, è stata costruita la prima centrale energetica a idrogeno, partono le auto elettriche.
Estinzione di specie animali? C'è sempre stata e nuove arrivano. Abbassamento e innalzamento dei ghiacci? C'è sempre stato, ciclicamente.
Tutto bene. Le notizie placcate d'oro ci sono. La meraviglia del mondo prosegue.
Dunque, dov'è questo disastro del mondo?
Il disastro è quello provocato dai pochi potenti che governano il mondo intero e decidono come muoversi e muoverci per ottenere i loro profitti? Non ha importanza, basta non dargliene.
La meraviglia del mondo prosegue, nonostante qualcuno si stia dando tanto da fare per farci credere che no.

lunedì 13 settembre 2010


Insomma, cari Shaumbra, dove vi siete nascosti?

Scoperta

Tutti, proprio tutti i problemi del mondo, nel senso di razza umana, hanno una medesima radice: l'odio di se stessi. Ognuno di noi, alla fine della sua pattumiera, odia se stesso. Accetto e amo me stesso come sono è irraggiungibile. Possono esserci vari motivi scatenanti, non sono arrivata fin lì perché anche non me ne importa molto, ma credo che risalga all'atto della creazione primordiale e all'individualizzazione delle parti di dio rese manifeste. Non so.
Comunque questo odio per se stessi è quello che impedisce tutto il processo di una vita gioiosa. Che poi c'è un'altra riflessione da fare: essendo tutti Uno e nessuno parte a se stante, significa che odiamo l'Uno che noi siamo, poiché nello spirito si riflette quello che viene vissuto dalla falsa individualizzazione. E' grottesco. O forse odiamo noi stessi perché la separazione cioè frammentazione dell'Uno è stata dolorosa e qualcosa ci spinge a credere di esserne i fautori determinanti.
Ma qui si apre un'altra finestra. Poiché nello spirito si riflette quello che viene vissuto dalla falsa individualizzazione, e ciò per il senso di esperire anche se lo spirito rimane immobile nello stato di Essere, ne consegue che non si può ricongiungersi con il proprio spirito finché non si SENTE di essere illuminati.
Scoperta drammaticamente illuminante.
Lo spirito permane nello stato di Essere, che in quanto tale è immutabile, senza alcuna mancanza, perfetto; ma è solo l'esperienza dell'illuminazione (qui così definita per chiarezza) a livello di incarnazione umana che può rendere lo spirito consapevolmente illuminato. Lo spirito è illuminato di per sé, ma non consapevole di esserlo. Infatti, nella sua totale perfezione, per sapere di essere illuminato dovrebbe fare la conoscenza dell'opposto dell'illuminazione.
Quindi, signori, ecco quale potrebbe essere lo scopo della nostra vita: rendere lo spirito meravigliosamente consapevole della propria perfezione.
Ecco perché la mancanza di giudizio, ecco perché la mancanza di peccato. Crolla la teoria del castigo e ricerca di qualunque obiettivo.
Questo riporta al punto a), odio di se stessi. In alcune filosofie esoteriche viene indicato, come punto finale che ostacola l'accesso all'illuminazione, il Guardiano della Soglia.
Ma chi, deducendo da quanto sopra, può essere il Guardiano della Soglia? Siamo noi stessi, il nostro personale Guardiano della Soglia, nulla di esterno. Odiare se stessi è la cosa più paurosa dell'intero creato. Odiare se stessi scatena una cascata di eventi derivanti. L'odio per noi stessi è il nostro Guardiano della Soglia.
Combatterlo? Nemmeno per idea. Ignorarlo? Non è il caso, bisogna passare quella porta. Accettarlo? Creerebbe comunque lotta, poiché l'accettazione è un movimento mentale e dunque senza effetti.
Integrarlo. Assorbirlo, diventare lui, farlo diventare noi, poiché lui è quella mirabile parte di noi che non ci farà passare finché non ameremo noi stessi. Può far paura finché non capiamo che è lì solo per proteggerci da disastrose decisioni prese con la violenza.
Per passare quella porta dobbiamo aver smesso di odiare noi stessi nella più alta comprensione della creazione.

mercoledì 8 settembre 2010

Passato sempre presente

Perché ci troviamo ad affrontare sempre le stesse situazioni? E perché non riusciamo a liberarcene nonostante i nostri sforzi siano diretti esclusivamente a quello scopo?
Ci sono cose che ci hanno lasciato, sparite, non ritorneranno. Perché anche queste non entrano nella voragine del passato e si perdono nell'immensità di un qualche posto qualsiasi?
Sentiamo, leggiamo, ci garantiscono che il tempo non esiste. Forse esiste, solo in un certo senso e non è questo quello di cui voglio parlare. In un altro senso è vero, il tempo non esiste, ed è di questo che voglio parlare.
La linearità del tempo che abbiamo creato è assolutamente inesistente. Non c'è un passato-presente-futuro. Pare difficile da credere ma è proprio così.
Ciò che ci sembra aver vissuto nel passato in realtà è successo adesso, è di fianco a noi. E' qui. Solo su altre linee dimensionali. Cambiando linea possono cambiare le condizioni, poiché la via nuova presenta cose differenti.
Resto con la parola "cosa" che è generica e ognuno le dà il significato che vuole, esperienza, scelta, insegnamento e via.
Ma può capitare, come risulta evidente, che alcune cose della vecchia linea ci seguono.
Se il discorso può apparire complesso si può semplificare ulteriormente.
Ciò che è passato non dovrebbe esistere. Se la linearità del tempo fosse corretta ogni evento del passato non potrebbe, assollutamente no, avere ripercussioni ancora nell'oggi. Impossibile.
Il fatto stesso che alcuni eventi siano ancora con noi con tutte le loro conseguenze, significa che non sono nel passato, ma nel presente.
Pensiamo di aver chiuso con una determinata faccenda, tiriamo un sospiro di sollievo, ed ecco che tempo dopo si ripresenta: ma come, non avevamo decisamente chiuso con tutto ciò? Evidentemente no.
Sto andando a ruota libera e non so più dove sono.
Quindi, se un evento, sebbene la memoria lo dati nel passato, ripresenta ancora nel nostro oggi le sue ramificazioni significa che è nel presente. Significa che è ancora qui, oggi, e con la sua presenza ci dice: allora, la risolviamo sì o no questa situazione?
Poiché il passato non esiste e tutto è nel presente, dobbiamo decidere (scegliere) come risolvere quella situazione perché è chiaro che i metodi adottati fino a questo momento non erano validi.
In realtà non sono gli eventi a torturarci e inseguirci. Siamo noi che non abbiamo fatto la cosa corretta per terminare ciò che andava terminato.
Compiendo la giusta azione ( che può significare molte cose, a livello emotivo, di memoria, di cuore, dipende dal caso), la situazione cesserà di seguirci sulle altre linee della vita che sceglieremo di percorrere.


Pacchi Quantici

Una mia amica, parlando di una sua esperienza personale, ha risvegliato alla mia memoria un messaggio molto bello che ho ricevuto diverso tempo fa.
E' la tecnica dei Pacchi Quantici.
Queste tecniche sono semplici, paiono quasi un gioco, ma a farle davvero si scoprono effetti desiderabili.
Questa tecnica ha lo scopo di chiudere con le vicende dolorose del passato.
Innanzi tutto è importante ricordare che la vita non è un guazzabuglio indistricabile. Questo è l'errore più comune che viene commesso, rendendo il vivere quasi impossibile, a volte. La nostra mente tende, per sua logica funzione di analisi semplificativa, a inglobare in un unico palloncino tutte le esperienze in atto. Poiché la mente è analitica e sintetizza al massimo, se solo lo comprendessimo. Poi subentra il pensiero che arricchisce di particolari ogni cosa, rendendo spesso le vicende dei veri e propri poemi epici. Ma non divaghiamo.
La mente dunque riassume tutto insieme, anche perché è incontrollata, e questo crea un peso insopportabile.
Ma se si guarda più attentamente in un attimo è possibile distinguere per bene le varie situazioni. Ogni situazione è a sé stante, con delle peculiarità proprie, differenti da quelle delle altre situazioni.
Allora si inizia a separare nettamente le situazioni che creano problemi. Ogni situazione ha il suo spazio, come se fosse sistemata su un bancale con una grande etichetta del nome che la contraddistingue.
I "bancali" sono distanziati tra loro e si sviluppano orizzontalmente. Già in questo modo risulta chiaro come ogni "bancale" debba avere un'importanza e una priorità differente dagli altri. Settorializzando il pensiero non subentra e la mente analizza velocemente. Ciò consente una più pacata visione delle cose, una certa distanza emotiva e quindi maggior chiarezza.
A questo punto ogni situazione, una per volta, viene avvolta in una carta da pacco e in questo modo si forma il Pacco Quantico; si lega un palloncino al Pacco e lo si lascia volare in alto in alto, lontano da noi, sapendo che dentro c'è la situazione al cui peso rinunciamo per sempre nella nostra vita. Quando il Pacco giunge abbastanza vicino al sole il palloncino scoppia e il calore dei raggi scioglie il Pacco, volatilizzando per sempre il suo contenuto.
Il Pacco Quantico si forma senza conoscere nulla della Fisica, ma solo in funzione del fatto che dentro l'involucro c'è tutta l'energia negativa legata a quella situazione. Ciò che noi mettiamo nel Pacco sono le energie che ci hanno tenuti legati a quella situazione e in base al nostro punto di osservazione ciò che guardiamo diventa ciò che vogliamo vedere.
Quindi fare dei bei Pacchi Quantici per ogni situazione di cui vogliamo liberarci, lasciarli volare in alto con gioia e vedere il sole che volatilizza il suo contenuto.
Io l'ho chiamata la Tecnica dei Pacchi Quantici.

Fiducia

Può esserci poesia nella pazzia del mondo? Sì, può.
Quanta energia viene utilizzata per combattere contro la vita? Per cambiare la vita, per reindirizzarla sui binari che la nostra mente ha delineato chiari davanti a noi. Ma a ogni passo non sono più così chiari. E allora si sposta in avanti l'orizzonte. Ancora più avanti.
E a mano a mano che gli anni passano l'orizzonte appare ancora orizzonte e ci si chiede: perché vivo? Perché ho fatto scorrere i grani della vita senza viverla davvero?
Noi siamo vivi. Questa verità ci sfugge. Noi siamo vivi a ogni istante. Ma i nostri occhi sono fissi sull'orizzonte della realizzazione che la mente ha posto per noi come traguardo e crediamo che senza quel traguardo non potremo vivere.
Non siamo servi della mente, solo non la sappiamo utilizzare. Nessuno ci insegna a utilizzarla nel modo corretto.
"La memoria di cui parli è più antica di quanto riesci a ricordare e non dipende da qualcosa che Io ho fatto, ovviamente, ma da manipolazioni a livello mentale subite nelle antiche civiltà.
E' una bellissima cosa che tu ne venga consapevole perché portandola in superficie puoi trasmutarla.
Sono i messaggi registrati nella mente della maggior parte degli esseri umani che si trovano sul pianeta ora.
Sono memorie indelebili conficcate con la paura come strumento.
Non fidarsi di dio significa temere e chi riesce a inculcare questo negli altri ottiene un grande potere. Questo è ciò che è accaduto nelle antiche civiltà.
Ma credimi questi sono gli ultimi grandi ostacoli.
Infatti una volta che guadagni la fiducia in dio, che altro ti resta da fare?" (Inner, 6 set)
Solo la fiducia può salvaguardare dal tranello successivo a qualsiasi passo: quello di rendere mentale ciò che si crede vero.
Pensiamo che fare una determinata cosa ci porterà al livello successivo, dove potremo sentire, vedere, essere migliori. Ma questa è la grande illusione. Nulla può renderci migliori di quanto già siamo e finché saremo addormentati nulla che facciamo potrà darci il risveglio.
E, nel frattempo, la vita è proprio qui, dentro la quale siamo immersi.

mercoledì 1 settembre 2010

Una vera vita da Dio

Pensavo che una vita da Dio fosse una vera vita da Dio. Capite cosa intendo.
Invece ho scoperto che non è così. E' come quando vado nell'orto a prendere i fagiolini. Mi avvicino alle piante, guardo e non vedo niente. Allora inizio a scoprire il fogliame. Ah, eccone due. Poi sposto lo sguardo e ne vedo altri due. Tutto qui? So che si nascondono, allora proseguo nello spostare le foglie ed ecco che saltano alla luce, grappoli, quanti! Controllo meglio. Finiti. Mi sposto e getto un'occhiata. Ma altri sono lì! Raccolgo, adesso proprio finiti. Faccio per andarmene e muovendomi li vedo che fanno capolino da altre angolazioni della visuale.
Ogni volta che cambi angolazione scopri altri fagiolini nascosti.

Il vecchio te ti saluta

Ripenso a Neale D. Walsch. Nei suoi dialoghi con Dio diceva sempre: perché io? Io ho commesso molti errori, la mia vita è stata solo un errore dietro l'altro.
Forse da qui si deve passare. Non in quanto errori, ma come nuovo inizio nella comprensione.
Cade tutto, tutte le credenze, le azioni, gli stereotipi del passato, cade tutto quello che sei sempre stato e che credevi di essere, il vecchio te.
Ti accorgi che con quel modello non hai saputo creare ciò che volevi davvero.
Forse questo costringe a rivedere le cose con occhi nuovi.
Forse questo, seppur nella sua dolorosità, ti porta a creare un nuovo te, più vicino alle cose che vuoi nella tua vita.

Questo vecchio te muore, ti saluta, ti guarda e ti dice: vedi? E' giusto che io me ne vada, perché queste sono le cose che hai ottenuto gestendoti nel vecchio modo. Questo è quello che ne deriva. Vedi ora con occhi nuovi e avrai nuove cose. Inventati oltre quello che credevi fosse necessario per avere ciò che alberga nel tuo cuore.
Hai vissuto lottando, hai vissuto con forza per ottenere le cose. E hai scoperto che non ne deriva nulla, hai scoperto che non è questo il modo. Per questo devo andare.
Perché adesso che hai visto da che parte dirigerti io non ti posso accompagnare, perché per andare là hai bisogno di nuove cose, di un nuovo te che ti accompagni. E questo nuovo te può essere creato solo dimenticando me, quello vecchio. Hai vissuto nella mente, cercando ragionevoli comportamenti per raggiungere i tuoi obiettivi. Ora sai che per ottenere i tuoi obiettivi devi usare il cuore, che non prevede ragionamenti logici ai quali conformarsi: Perché se vuoi i tuoi obiettivi non devi conformarti a niente. Questo significa abbandonare la paura dei risultati, significa muoversi nella fiducia, significa non darsi valore secondo quanto accade. Io me ne vado, e ti lascio in buone mani.