E' così tanto tempo che rifletto sul fatto che deve pur esserci un'equazione che riesca a coniugare in maniera non fantasiosa il fatto che se io sono dio, da dove vengo fuori? Se io sono dio, mi sono forse creato da solo? Potrebbe, un inizio da qualche parte forse esiste. O forse no. Nella ricerca di "chi sono io" mi mancava questo pezzo.
Così ho scoperto ieri sera con un contatto lieve e soffice, impalpabile ma inconfutabile, che la risposta c'è. Un contatto lontano, del quale non sarò mai riconoscente a sufficienza in questo momento della mia vita, un contatto che era un soffio, percepito nel tuffarmi in quel soffio. Una pace e un contatto che nessuna parola mai esistente potrà raccontare.
Ma, mi sono detta, forse non mi accadrà più. Per cui deve restarne memoria, da qualche parte, e non posso farlo in nessun modo se non con le parole, che cercherò di rendere il più impeccabili possibile.
Noi siamo stati creati. Noi siamo davvero stati creati dall'Uno Eterno. Il Creatore esiste. E' amore, può essere definito in tanti modi, ma è sempre Lui. Ci ha creati a sua immagine, cioè noi siamo dio. Nella perfezione ci ha creati e nell'amore, amore che gli umani non possono arrivare a comprendere. Eravamo tutto ciò, fino a quando ci siamo affacciati sull'orlo di una creazione diversa.
- Cosa dici, posso farlo?, Gli abbiamo chiesto.
- Potete fare tutto ciò che volete, tutto.
E noi siamo partiti, e nel partire abbiamo dovuto creare cose differenti dalla perfezione iniziale. Ci siamo vestiti di vestiti diversi, ci siamo avvolti in mantelli pesanti.
Noi siamo dio, noi abbiamo tutte le qualità del Creatore, davvero e in tutto e per tutto. Ma il Creatore, nella sua perfezione, non può vedere imperfezione. Nel Suo Amore, non può scorgere imperfezione. Lui vede i vestiti, i mantelli con i quali noi giochiamo e, metaforicamente, dice: -Ma guarda che strano gioco stanno giocando i miei petali d'Amore, guarda che meraviglia di fantasia hanno i miei figli adorati.
E noi ci arrabbattiamo nel dramma di una finta vita d'illusione e imploriamo di tirarci fuori da qui. Ma il "qui" non esiste. E Lui continua a divertirsi a vedere quanta fantasia impieghiamo nel nostro gioco.
E parlo di "noi". Quando in realtà dovrei parlare di Io, poiché la moltitudine non esiste. Io Sono è Uno e Uno soltanto.
Il Figlio prodigo è Uno soltanto. E probabilmente non c'è nemmeno molto da festeggiare, quando torna a casa, perché in realtà non se ne è mai allontanato.
Io Sono dio, Lui è il Creatore dell'Io Sono, poiché Lui è l'Io Sono. E molto di più.
A nulla valgono le nostre lamentele sulla nostra impossibilità di realizzare questo e quello. Sono solo mantelli inesistenti. Noi siamo Perfezione, poiché è la Perfezione stessa che ci ha creato ed Essa non può scorgere null'altro se non Se Stessa.